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APPENDICE
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Il Begatto, o Bègato, o Begatello
Il “Bègato ha diversi significati fra cui contadino, cambiatore, baro. CONTADINO:
Si potrebbe suggerire uno dei tanti luoghi in cui i contadini giungevano in città per il mercato delle erbe e quindi, cronologicamente: Piazza Ravegnana (fin quasi tutto il 1200), Piazza Maggiore (dal 1291 al 1877), Piazza San Francesco (dal 1877 al 1892) e Piazza 8 agosto (a tutt’oggi). Quest’ultima sede, prima di diventare “La Piazzola” fu utilizzata come “Foro Boario”, ovvero mercato del bestiamo. CAMBIATORE, il Monte dei Pegno di Bologna (dove si cambiava con soldi qualunque casa) potrebbe essere un posto rapportabile a questo Trionfo. Ma i Cambiatori erano anche i banchieri di un tempo, i cambiavalute, e questi avevano soprattutto sede in Palazzo de’ Banchi, in piazza Maggiore, dove fra l’altro avevano il loro “banco” (simile a qualsiasi bancherella d’un ambulante d’oggi) sempre disponibile. Da notare che il termine “bancarotta”, fa proprio riferimento a questo tipo di “banco” che veniva distrutto quando il cambiatore falliva. BARO: due luoghi possibili: le chiese di Santo Stefano e quella di Santa Maria dei Servi, dove esistono statue in cartapesta (un Pietà di Angelo Piò ed un Crocifisso realizzato su progetto del Giambologna) scolpite utilizzando il materiale, ricavata dalle carte truccate usate dai bari.
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Il Matto Potrebbe essere interpretato come un vero proprio matto, cioè affetto da pazzia, oppure come un artista di strada, una specie di buffo cantastorie. ( a Napoli direbbe “o’ pazzariello”). PAZZO La localizzazione non può che essere l’Ospedale Roncati, il famoso “via Sant’Isaia, 90”, ancora oggi sinonimo a Bologna, di manicomio.
CANTASTORIE
Il più celebre cantastorie bolognese (e venditore ambulante) è Giuseppe Ragni, che operava ovunque vi fosse mercato e, quindi, immancabilmente presente in Piazzola, in piazza VIII Agosto. Anche Ragni, come il Tarocco, portava sempre in testa uno stranissimo capello (diversissimo, ma altrettanto buffo), che era l’emblema della sua “pazzia” e simbolo artistico della sua capacità di cantastorie e imbonitore. |
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La Fonte (o la Temperanza)
La carta rappresenta un uomo (o donna), forse un paggio, che impugna due vasi per trasferire dell’acqua dall’uno all’altro. FONTE: Troppe le indicazioni utile ad inquadrare questo trionfo a Bologna. Aposa, Savena e Reno, furono infatti le fonti d’acqua primarie di cui Bologna ha sempre usufruito per difendersi, trasportare, lavare, bere, lavarsi e produrre. Pertanto, ogni punto in cui i canali sono oggi scoperti ed ancora visibili possono essere idonei a rappresentare questo trionfo e quindi “la Grada”, “Le Moline”, “Porta Galliera” e i “Giardini Margheriti” Ma c’è un posto ancor più collegabile a questo significato della carte: i “Bagni di Mario”, la grande antica cisterna da dove, fin da epoca romana, venivano convogliate le prime acque che alimentavano la vita di Bonomia.
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La Giustizia
La giustizia era gestita a Bologna, in via Accuse, localizzabile fra le attuali piazza Re Enzo e via Orefici. Sarebbe stato un posto “splendido” per le finalità dell’omicida dei tarocchi, ma la piccola, angusta via non c’è più, essendo stata cancellata fra il 1915 ed il 1926, assieme alle tante altre esistenti dove ora sorgono tre grossi palazzoni, all’interno del quadrilatero costituito da via Rizzoli, Piazza Ravegnana, Via Caprerie-Orefici e piazza Re Enzo. Non resta, quindi, che lo splendido palazzo Ruini, Ranuzzi Baciocchi, dove da oltre un secolo ha trovato adeguata sede il Tribunale bolognese. |
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La Forza o il Soldato In altri antichi tarocchi il n. 9 è identificato come Forza e molto spesso rappresenta Ercole che abbatte il leone. Nel trionfo bolognese, invece, l’immagine è quello di un soldato armato di lancia.
LA FORZA Bologna è piena di statue rappresentanti Ercole con o senza leone (dal più famoso del palazzo Comunale, a quella bellissimo nel cortile di palazzo Poggi, sede della nostra Università. Una qualsiasi di queste statue potrebbe essere identificativa del tarocco n. 9
IL SOLDATO Procolo era un legionario romano di stanza a Bologna che si convertì al cristianesimo e che per questo venne decapitato diventando così martire, santo e protettore della città. Fu sepolto in un cimitero fuori della città e la sua tomba divenne luogo di culto: sorse prima una cappella, poi un tempietto, quindi una chiesa ed infine l’attuale Basilica a lui dedicata: Se questo trionfo, quindi, è interpretabile come soldato, la sua localizzazione a bologna, non potrebbe che essere la chiesa di San Procolo. |
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La Ruota della Fortuna
In via Parigi 1, proprio all’inizio di via Galliera, sorge casa Castelli Bonelli, un bell’edificio del ‘400 che, seppure molto restaurato nei tempi, resta intatto nella sua straordinaria eleganza. Davanti a questa palazzina arrivavano (e partivano) nel ‘700 le diligenze dirette a Roma. C’era (e c’è ancora) la buca delle lettere dove impostare la corrispondenza diretta nella capitale. Le diligenze trasportavano commercianti, pellegrini, notabili e prelati, sia all’andata che al ritorno, tutta gente che poco aveva a che fare col popolino minuto. Ma giungendo da Roma, portavano anche qualcos’altro e questa cosa, invece, era di esclusivo interesse dei poveri: i numeri vincenti del gioco del lotto. Da questi dipendeva o meno la fortuna per alcuni di essi. Il trionfo n. 10, quindi, dovrebbe correttamente trovare la propria sede rappresentativa a Bologna sotto il portico di casa Bonelli. |
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L’Eremita o il Tempo o l’Uomo con la Barba Tre e, forse più, le interpretazioni da dare a questo tarocco:
L’EREMITA Forse per localizzare questo trionfo così definito basterebbe scegliere uno dei tenti eremi che circondano Bologna sulle vicine colline: Ronzano, San Vittore, l’Osservanza, ecc. IL TEMPO
Con questo significato la localizzazione del trionfo n. 11 potrebbe essere la torre della Specola dell’Università ed agli strumenti in essa contenuti. La specola fu costruita nel 1726 per l’Istituto delle scienze e finalizzata allo studio dell’astronomia, dell’astrofisica e della misurazione del tempo. In essa opera ancora la meridiana di Ercole Lelli, che come tutte le altre meridiane serve a definire l’ora del mezzogiorno, ma dato il luogo in cui è posizionata, la sua finalità è squisitamente scientifica.
IL VECCHIO CON LA BARBA
Il trionfo n. 11 è chiamato così solo dai vecchi giocatori bolognesi dei tarocchi e proprio per questo è molto difficile una sua localizzazione. Il termine “Vecchio”, però, è a Bologna collegabile col tempo che passa, grazie alla ultracentenaria tradizione che vuole “Bruciare il Vecchione” al centro di Piazza Maggiore, ogni notte di San Silvestre e salutare così il nuovo anno. Il Vecchione che brucia, quindi, e di conseguenza la piazza potrebbe indicare il luogo ove il killer dei tarocchi avrebbe potuto localizzare uno dei suoi omicidi.
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L’Appeso per i piedi La carta rappresenta un condannato che è torturato in uno dei tanti modi disumani in uso fino al ‘700. Quest’immagine porta a ritenere tre possibili localizzazioni.
Torrone del Palazzo Comunale che sorge all’angolo fra via Ugo Bassi e via Veneziani. (da notare che il termine “Torrone” non è un errore di ortografia, ma è il nome con cui i bolognesi hanno sempre identificato quell “torrione”) E’ il luogo di tortura più documentato nella storia di Bologna, almeno nei due ultimi secoli in cui la tortura fu ancora intensamente applicata: il ‘600 e il ‘700.
Il Voltone della Corda E’ purtroppo scomparso durante il restauro (si fa per dire…) che il Rubbiani fece a Palazzo Re Enzo fra l’Ottocento ed il Novecento. Sotto questo voltone erano stati appesi nei secoli moltissimi colpevoli, non tanto condannati a morte per impiccagione (questi erano destinati soprattutto all’inferriata del ballatoio del Palazzo del Podestà), quanto per creare loro incredibili sofferenze. Classico appendere il condannato legandogli le mani dietro la schiena e issarli con una corda attaccata ai polsi. Anche appendere la gente per i piedi non era niente male… le sofferenzesofferenze c’erano e questo era lo scopo di tali supplizi.
La corda diede il nome al voltone, un tempo localizzato nel lato nord di Palazzo Re enzo, dove ora si apre un ampio piazzale su via Rizzoli. Anche se il voltone non c’è più, un cadavere ritrovato nel piazzale ove sorgeva, non sarebbe una malvagia localizzazione. Cappella Bolognini in San Petronio Qui c’è un grande affresco di Giovanni da Modena che rappresenta il Giudizio Universale, un dipinto particolarmente drammatico nella parte inferiore, dove i dannati sono ricacciati nell’inferno. Qui, proprio sopra la famosa immagine di Maometto trascinato da un demone, il pittore pose anche una serie di dannati appesi per i piedi, la cui rassomiglianza grafica (a parte la nudità) con il tarocco n. 12, è davvero impressionante. Ecco la ragione per cui l’assassinato che dovesse avere riferimento con l’Appeso per i Piedi poteva essere posto dal serial kilelr in questa cappella.Che il cadavere del Killer |
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La Stella
È il numero 16 e precede i quattro onori maggiori (Angelo, Mondo, Sole e Luna). Se nella carta ci fosse solo la stella (oltretutto ottagonale) non avremmo saputo dove rivolgerci per la solita identificazione. Ma oltre alla stella ci sono anche tre personaggi incoronati… La stella è la cometa che avvisò il mondo della nascita di Cristo e i personaggi sottostanti sono di certo i Tre Re Magi, che recano i loro doni. Per localizzare, quindi, questo tarocco, dobbiamo rifarci proprio alle rappresentazioni esistenti a Bologna sui Tre Re Magi, e dovendo scegliere fra le tante, propenderemmo per le splendide statue lignee che compongono il Presepe di Santo Stefano. Risalgono al XIV secolo e furono dipinte (almeno questa è l’interpretazione) da Simone dei Crocefissi. Anche dal punto di vista cromatico il gioco dei colori, sgargianti e ben sottolineati dai chiaroscuri sembrano davvero riprendere questo gruppo scultore. |
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