Bologna e le sue “leggende
metropolitane” |
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e fondatore dell’Università |
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Di Maurizio Cavazza |
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Le notizie storiche certe
su San Petronio reperibili nelle fonti coeve sono pochissime: due, di cui una
è forse riferibile al padre. Ma da queste e
dall’elenco ufficiale dei vescovi della diocesi di Bologna si può affermare con
ragionevole certezza che Petronio, di famiglia importante di origine gallica
e già destinato per nascita e cultura
ad una carriera politica civile, optò per quella ecclesiastica e fu vescovo
di Bologna dal 430 al 450 circa. Tutte le altre
notizie riguardo San Petronio sono più recenti di almeno settecento anni,
dopo il rinvenimento e il
riconoscimento delle spoglie del santo nel 1141, il 4 ottobre. Una Vita nata in
ambito Benedettino ( i benedettini allora come oggi gestiscono il complesso Stefaniano) ne fa
un parente di Teodosio II imperatore, quindi un greco, inviato a Roma per
discutere col papa su una eresia e da questi in modo miracoloso scelto come
vescovo per Bologna : San Pietro gli è apparso in sogno e glielo ha suggerito
. Petronio giunto a Bologna
la ricostruisce, la cinge delle mura
di Selenite, pone le Quattro croci, fonda Una altra Vita, seguente e laica, allunga il viaggio anche a Gerusalemme per
le reliquie.
Mentre la tappa a
Costantinopoli sarebbe servita per ottenere l’ampliamento delle mura, la
garanzia della perpetua protezione delle libertà civiche e la concessione
dello Studium. Perchè attribuire a San Petronio tutte
queste cose ? Probabilmente
per i seguenti motivi. Se le reliquie che
erano in Santo Stefano le aveva portate San Petronio da Costantinopoli e da
Gerusalemme, diventavano ipso facto antichissime, certe e degne della più
grande venerazione: e degne delle più
generose offerte Inoltre questo avveniva in periodo nel quale
complessi detti Sancta Hierusalem ne erano sorti
altri, a seguito delle Crociate; In seguito, quando
sorse la basilica di San Petronio, la permanenza delle reliquie del santo
Vescovo nella Sancta Hierusalem e non nella sua chiesa, fu difesa strenuamente dai
Benedettini:
Attribuire All’epoca di San Petronio (e S.Ambrogio) un sistema di difesa della città c’era certamente (erano già passati i Visigoti e stavano per arrivare i Vandali), forse c’era solo un fossato e un terrapieno, ed è probabile che anche il Vescovo Petronio si sia adoperato per una sua maggiore efficienza.
Le quattro Croci sono invece attribuibili con maggiore, ragionevole plausibilità a S.
Ambrogio ; a lui o almeno ai suoi tempi
viene fatta risalire la prima posa: il Vescovo si interessa alla difesa della
città non solo dal punto di vista militare, ma la pone anche in modo visibile
sotto la protezione divina. Inverosimile e
falsissima è invece la fondazione
dello Studium, sorto spontaneamente sei secoli
dopo. Se non fosse per
altri motivi, la raccolta delle leggi romane da parte di Giustiniano (la cui spiegazione e i cui commenti, la glosse, da parte dei primi
insegnanti, i Glossatori, segna l’inizio dello Studium
) è
di quasi un secolo dopo san Petronio (528-533) ! Quanto alla
ricostruzione di Bologna siamo nel campo della più pura fantasia ; non c’è
traccia archeologica o storica di, non dico, una ricostruzione, ma neppure di
un rallentamento nel processo di decadimento della città dal quarto secolo in
avanti, in armonia con quanto avveniva in tutto l’impero di Occidente; quando
Sant’Ambrogio in viaggio dalle nostre parti parlava di città che erano
fantasmi, scheletri . Il cronachista del duecento, e con lui i reggitori di
Bologna, parlavano di san Petronio e del suo tempo, ma facevano, e non troppo
velatamente, capire che era del loro tempo che parlavano. Parlavano della
difesa dello Studium dall’attacco di Federico II e
dalle ingerenze del clero, parlavano delle mura progettate e in lenta
costruzione della terza cerchia, parlavano di una città che aveva ambizioni
di espansione e cercava di liberarsi dai vincoli di Papa ed Imperatore cercando appigli e legittimazioni antiche:
l’Impero Romano e un santo che stava diventando il simbolo della città e suo
principale Patrono.
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