Bologna e le sue “leggende
metropolitane” |
|||||||
L’aquila di Palazzo
d’Accursio di Michelangelo |
|||||||
Di Maurizio Cavazza |
|||||||
A fianco
dell’ingresso di Palazzo D’Accursio
c’è un ampio finestrone, dell’ architetto Alessi. Sotto a sinistra,
sulla scarpata vi sono le misure ufficiali di lunghezza che servivano al
corretto commercio nella piazza. Sotto il
davanzale del finestrone due piccole sculture di colore rossiccio,
due aquile. Tanti dicono che una
è di Michelangelo: la cosa in teoria è possibile perchè
lo scultore fu più volte a Bologna
lasciando testimonianza di sé nell’arca di S.Domenico
e nelle famosa statua di Giulio II, distrutta nei tumulti del
1512. L’altra ha più di un
padre presunto: chi dice Niccolò dall’Arca, chi Della Robbia, tuttavia una
bella paternità.
Però, però.... molte
perplessità sorgono e non solo a me. Ho consultato La guida Cappelli
della Prof.Bergamini : delle aquile non c’è menzione. La guida di
Ricci-Zucchini (la madre di tutte le guide ai monumenti della città): non una
parola. Possibile una
dimenticanza così, in tutte e tre la guide, con questi nomi in ballo? I siti Internet alla
voce “Aquile di Palazzo d’Accursio” danno questi risultati : ·
www.miabologna,it : “...attribuite l’una a Nicolò Della’Arca
e l’altra a Michelangelo, ma non si sa quale dell’uno e quale dell’altro
“.E’ il sito di Sandro Samoggia, che
ritroveremo. ·
Biblioteca Sala Borsa “ una è
attribuita a Michelangelo “(Luigi Bortolotti). ·
Bologna mia “ due aquile, una delle
quali si vuole sia opera di Michelangelo”. ·
Unibo/fonti “Due aquile...” ·
Rivista “Il Comune di Bologna
1924- ·
Foto Community “ ...due aquile di
marmo rosso di Verona (una si dice sia di Michelangelo)”. ·
Le pietre di Bologna –Regione ER
“...aquile in calcare (rosso ammonitico) di cui la
più arcigna sembra sia di Michelangelo e la più mite di Niccolò Dell’Arca.” Altro problema:
marmo o calcare ? Giuliano Musi,
scrittore e giornalista, in un suo giallo “I Glossatori”, cui fa da sfondo
una Bologna descritta con molto amore,
afferma con sicurezza che
l’aquila di Michelangelo è quella di sinistra, mentre quella di destra
“sembra un piccione” (e Niccolò dall’Arca è sistemato, anche se Musi la attribuisce a Jacopo della Robbia...). In sintesi non è
chiaro di cosa siano fatte, solo la voce popolare e le fonti non sicure
azzardano la attribuzione a Michelangelo e solo alcune; e non si sa di quale
delle due aquile... Sandro Samoggia,
giallista e insigne “ tuttologo” di cose bolognesi, non azzarda attribuzioni;
ma avanza una sensatissima osservazione : “Se si tratta effettivamente di sculture di
tal livello, come mai sono ancora lì, all’aperto, senza protezione alcuna, ad
altezza d’uomo e a portata di mano di qualsiasi vandalo che le volesse
deturpare o sottrarre? “ (Vedi Nota) Possibile che
esperti come Barbacci, Gnudi,
Emiliani, Riccomini (e tanti altri studiosi
ed esperti della Sovraintendenza, dell’Università e del Comune) non
abbiano mai pensato a qualcosa che proteggesse un’opera di Michelangelo (e di Niccolò Dell’Arca, mica uno
sconosciuto) ? Possibile che mai si
sia sentita la necessità di dare una attribuzione certa ad una presunta opera
di Michelangelo ? Pensiamo al can can che è sorto qualche anno fa attorno alla attribuzione
allo stesso di un Crocifisso ligneo ... La spiegazione è
probabilmente semplice, la più semplice di tutte. Le sculture sono due
opere gradevolissime, sono un bell’ornamento per quell’ampia finestra, ma
sono opera di
un bravo artigiano, destinato a restare senza nome Il quale probabilmente, da là dove ora si trova,
sorride con benevolenza e, perchè no?, con orgoglio
per la nobile paternità attribuita a
quelle due sculture uscite dalle sue
mani un giorno di particolare ispirazione!! E sorride insieme ai
‘colleghi’ Michelangelo, Niccolò e
Della Robbia della vanità di noi bolognesi. E allora perchè non citarlo d’ora in poi come il “Maestro delle
Aquile” ? |
|||||||
|
|||||||