Bologna e le sue “leggende metropolitane

I Bentivoglio discendono da Re Enzo

Di Maurizio Cavazza

 


Giovanni I



Anton Galeazzo


Annibale


Sante


Giovanni II

Dal  1401  al 1506  la famiglia Bentivoglio fu la prima in città  e quasi ininterrottamente in quel periodo un suo esponente fu di fatto Signore di Bologna.

Prima Giovanni, poi Anton Galeazzo, Annibale, Sante e infine Giovanni II.

Famiglia vasta e ramificata che generò anche un ramo collaterale, i Bentivoglio “non dominanti”, discendenti da Bente fratello di Francesco, bisnonno di Giovanni I.

E ricchi e potenti anche loro, tanto da essere famiglia Senatoria fin dal 1466; ma non coinvolta nelle vicende dei “dominanti”, tanto da poter restare tranquillamente in città quando ne vennero cacciati gli altri e da poter costruire il loro Palazzo nei pressi del Guasto dei loro lontani cugini.

La famiglia era  presente e cospicua in città già da tempo .

I Bentivoglio erano stati ricchi beccai e poi avevano diversificato i loro interessi in tutte le attività più lucrose ( pur mantenendo aperta la Beccaria)  fino ad avere i mezzi e le capacità di essere riconosciuti di fatto Signori della città .

Quindi una famiglia di imprenditori uscita da quel “ popolo grasso” che era la spina dorsale della città.

Borghesi quindi, alto borghesi, “razza padrona” (per usare una formulazione suggestivamente partigiana ed antiquata) ; ma nobiltà zero.

Ma  in chi si è fatto da sé  spesso scatta la molla a “nobilitarsi” (come se il successo e la ricchezza non bastassero.

Vediamo come spesso i nuovi potenti cerchino la legittimazione proprio da quelli che hanno appena scalzato (il Don Calogero Sedara del Gattopardo ne è un esempio geniale e gustoso).

Attorno ai Bentivoglio, ad opera certamente di qualche cortigiano (il gossip compiacente ed ossequioso non l’hanno inventato oggi...), nacque una leggenda .

Amore fra Re Enzo e Bianca
L’amore fra Re Enzo e Lucia di Viadagnola
(incisione del Baruffi)

Il Re Enzo di Sardegna, figlio di Federico II imperatore, prigioniero a Bologna dal 1249 al 1272 si sarebbe innamorato di una fanciulla bolognese, tale Lucia di Viadagnola  (Viadagnola è una località fuori San Donato dove i Bentivoglio avevano molte terre...).

Il re innamorato, secondo questa  leggenda, ripeteva sempre alla sua innamorata: “o quanto ben ti voglio!“ per la qual ragione il frutto dei loro amori sarebbe stato  il capostipite dei  “Bentivoglio.”

La prima considerazione è che pur di nobilitarsi si è disposti  a chiudere un occhio sulle virtù delle bis-bisnonne.

La seconda che si tratta di una pura  invenzione che tuttavia non risulta infastidisse i Bentivoglio,  anzi probabilmente li compiaceva nella loro vanità....