Bologna e le
sue “leggende metropolitane” |
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Come è arrivata a Bologna |
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Di Maurizio Cavazza |
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Questa storia merita l’appellativo di leggenda metropolitana non perchè non si sappia come è nata la scrive Graziolo Accarisi nella sua
storia della Madonna di San Luca), ma per il modo nel quale è stata
acriticamente accolta e poi riportata da altri e poi passata alla tradizione orale popolare, anche con la mediazione di quadri
ed illustrazioni a stampa. Un santo eremita, Teocle Kmnya,
viveva in Oriente. Un giorno sentì l’impulso di recarsi a Costantinopoli, alla basilica di
Santa Sofia.
Colà giunto fu
particolarmente colpito da una icona
della Madonna, una Vergine Odighitria. Oltre che dalla
bellezza del dipinto e dai santi pensieri che gli ispirava, fu colpito da una
scritta che accompagnava il dipinto e
che diceva che l’immagine era stata dipinta da San Luca in persona, e che non
era quella Basilica solenne e prestigiosa
la sua collocazione finale, bensì era destinata ad un luogo chiamato
Monte della Guardia. “Questa è opera fatta da San Luca cancelliere di Cristo,
che deve essere portata alla Chiesa di San Luca sopra il Monte della Guardia
costrutta, ed ivi sopra l’altare collocata” Teocle chiese lumi ai sacerdoti e questi
risposero che non sapevano ove fosse questo monte : si sentivano custodi
temporanei di quel sacro tesoro, e
disponibili a cederlo al luogo designato, una volta trovato. Il santo eremita si
offrì di fare lui questa ricerca. L’icona gli fu
affidata e Teocle iniziò un lungo viaggio alla
ricerca del Monte della Guardia . Cammina cammina....visitò tanti luoghi e pervenne infine a Roma. Anche qui le
ricerche non ebbero buon esito : nessuno sapeva di un Monte della Guardia.
Mentre girava per
Roma con l’icona chiedendo a tutti l’informazione che cercava, fu notato da
un bolognese, un bolognese importante,
Pascipovero dè Pascipoveri, ambasciatore della città a Roma. Colpito dall’impegno
di Teocle e dalla sua visibile fede e pietà gli
chiese chi fosse e cosa andasse cercando con tanta sollecitudine. L’eremita glielo
disse e con grande emozione Pascipovero gli rivelò
che la sua ricerca era finita: il luogo cercato era Bologna che è sovrastato
da un colle chiamato Monte della
Guardia. Pascipovero mandò una staffetta ad annunciare
alle autorità e al popolo che stava arrivando un dono di inestimabile valore
per i bolognesi e quando Teocle e l’immagine arrivarono, tutta la città, preti e
laici, autorità e popolo, li accolse con grande calore. L’immagine fu
affidata ad Azzolina e Beatrice Guezi
che sul Monte della Guardia vivevano una vita di preghiera con altre
consorelle in un romitorio sorto da poco. La devozione per
l’icona fu subito alta e molti devoti si recarono in pio pellegrinaggio sul
Monte della Guardia, i primi di una serie infinita e secolare...
L’eremita Teocle respinse
l’offerta di restare a Bologna : preferì ritornare al suo eremitaggio
orientale da cui era venuto. Fin qui la leggenda,
suggestiva come tutte le leggende, bella nella sua semplicità ed edificante
nel suo svolgersi Gli accurati studi
fatti sul dipinto e sulla tavola
rivelano che si tratta dell’opera di un pittore italiano della fine
del XII secolo. Azzolina e Beatrice Guezi
sono figure senza appigli storici. La narrazione di Accarisi non ha riscontri precedenti alla fine del XV secolo, quando viene scritta. Mentre è un fatto e una
data accertata la fondazione della Chiesa di S.Maria
del Monte della Guardia nel 1194 da parte di Angelica Bonfantini,
fondatrice e prima Badessa del Romitorio, che molto probabilmente portò nella
nuova chiesa un dipinto già in possesso della sua famiglia. |
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