PALAZZO MAGNANI
via Zamboni 20

 

Databile attorno al 1577, non è un “grande” palazzo e, proprio per questa sua limitatezza strutturale, conferma il suo valore.

L’area infatti, su cui doveva essere eretto era molto contenuta, e sostanzialmente insufficiente a creare all’interno tutti gli spazi di rappresentanza necessari ad un Palazzo Senatorio.

Ma il suo autore, Domenico Tibaldi, riuscì tuttavia a compenetrare in essa tutte le esigenze del committente Lorenzo Magnani, così che dal punto di vista tecnico, questo palazzo era ed è opera di assoluto rilievo nel panorama architettonico bolognese e non solo.

L’edificio è in definitiva uno scrigno per stupire chi vuole verificarne il contenuto.

LA FACCIATA

Il Portico a cinque volte è un bugnato che può richiamare lo stile di Giulio Romano, ma qui esso è più squadrato ed ha, alla confluenza degli archi sulle colonne e come chiave di volta, tre rialzi dei macigni che accentuano i chiaro scuri.

Belle e proporzionate le finestre, a sottoindere l’intenzione del Tibaldi di limitare al massimo la sontuosità esterna quasi a non lasciare intravedere che dentro, nelle sale interne, esistano irripetibili capolavori.

L’unico ornato notevole della facciata (che però sembra essere un’aggiunta posteriore), lo ritroviamo al centro del cornicione del sottotetto, dove campeggia un prestigioso ed elaborato stemma della famiglia Magnani, sostenuto da putti alati.

IL CORTILE INTERNO

La planimetria generale del Palazzo si sviluppa – come sempre – attorno al cortile dove il loggiato inferiore riprende il semplicistico motivo del bugnato del portico esterno, mentre quello superiore gli si eleva con arcate superiori di maggiore ampiezza e luce e ricercatezza di ornati.

Questa differenziazione di volumetrie e di stile, permette di allargare artificialmente la contenuta area cortilizia, dando quindi all’insieme una maestosità imprevedibile.

Al centro del cortile c’era una fontana a putto, prima sostituita da un elegante pozzo seicentesco e poi in tempi molto recenti, da una semplice sfera.

INTERNI

Lo scalone di accesso al piano nobile si esprime con estrema semplicità ma appare purtuttavia elegantissimo, così come il corridoio della loggia superiore

Per quanto riguarda gli altri locali interni se ne riproducono alcune immagini, non tanto per la loro pur bella articolazione estetica, ma in quanto sono le naturali cornici in cui inserire le opere d’arte che Palazzo Magnani è stato chiamato nei secoli ad ospitare.

Fra queste , ed in attesa di illustrare le altre ben più importanti, vale la pena mostrare il contenuto nella nicchia sovrastante il portale d’accesso alla sala d’onore, in quanto in essa è posto il busto del committente del palazzo: Lorenzo Magnani, scolpito da Gabriele Fiorini fra il 1590 e il 1692.

LE OPERE D’ARTE

Palazzo Magnani, come detto, e uno scrigno di altissime opere d’arte che culminano con il fregio dei Carracci della sala nobile che vedremo poi. Ma prima vale veramente la pena di ammirane alcune altre  che ne sono preambolo e, al tempo stesso completamento.

Quadri e dipinti

Ludovico Carracci
”Apollo”

Agostino Carracci
”Pan vinto da Amore”

Annibale Carracci
”Bacco”

Bartolomeo Cesi
”Allegoria”

Il Camino

L'architettura dello splendido camino che completa la bellezza della Sala Nobile (che vedremo nel prosieguo) è opera dell’ Ambrosini (1557-1621) l’architetto a cui si deve, fra l’altro, anche la Cappella del Santo in S. Domenico, e  l’Oratorio di Santa Maria della Vita.

Il quadro centrale rappresenta i “Lupi Lupercali”, mentre le scultura sono di Gabriele Fiorini che è l’autore di quasi tutte le statue che ornano i vari ambienti del palazzo. Queste ci danno l’occazione di aprire un “album” su alcune sue sculture in Palazzo Majani.

Le sculture di Gabriele Fiorini

Quello riprodotta qui a lato è uno dei mascheroni che ornano del paraste del camino sopradescritto e già da questa opera appare la grandezza di questo scultore attivissimo a Bologna, ma per lo più sconosciuto

 

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