I Fantuzzi sono
stati una delle grandi famiglie bolognesi, e poiché l’etimologia
della casata doveva essere necessariamente agiografica, s’inventarono
che il loro nome derivasse da “elefanti”
(quelli di Annibale, ben s’intende) ed ecco perché sulla
facciata del loro splendido palazzo appaiano due di questi animali in
posizione strategica.
Il maestoso
bugnato delle colonne, i ricchi cornicioni che segnano i piani e il
sottotetto, le squadrate pesanti finestre, fanno
pensare a Giulio Romano, o al sua grandissimo allievo e collega bolognese
Sebastiano Serio. Se fosse davvero del Serio, questa sarebbe l’unica
opera a Bologna dell’archittetto che, in
Francia, fu uno degli artefici della Scuola di Fontainbleu (che è per l’arte francese come
Firenze per l’Italia). Alcuni altri critici reputano che nell’edificio
vi sia stato l’intervento del Formiggine o di
Domenico Peruzzi, entrambi presenti a Bologna in
quel tempo,
Splendidi gli
interni disegnati dall’architetto Bartolomeo Triachini,
degni di una dimore signorile del ‘500 i cui
esponenti pur agevolando prima e subendo poi un dominio concorrente e
vincente (quello dei Bentivolgio) non volle esserne
da meno, per riaffermare la loro superiore nobiltà.
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