PALAZZO DELLA MERCANZIA
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Lo splendido edificio è di Antonio di Vincenzo (che fu il principe degli architetti bolognesi di quel secolo) e si realizzò praticamente come lo vediamo oggi, nel 1391. Il Palazzo rappresenta uno dei più begli esempi italiani di stile gotico applicato al civile. L’esemplare imponenza è sì ingentilita dai raffinatissimi dettagli, ma ne è anche compiutamente valorizzata. Sorto nell’incrocio detto del “Carrobbio”, dove una volta si svolgeva il mercato (in pratica l’attuale “piazzola”) era destinato a dare una sede altamente dignitosa alla corporazione dei produttori e dei commercianti dell’epoca e, di fatto, mantiene tuttora, dopo settecento anni, la medesima funzione, essendo sede dell’attuale Camera di Commercio di Bologna |
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ARCHITETTURA ESTERNI |
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La Mercanzia è del tutto inalterata dalla fine del ‘300, anche se nel corso dei secoli ha subito lievissime trasformazioni, subito riportate però all’originale,grazie ad indovinati interventi di restauro e ripristino.
L’unico vero danno sensibile (e tragico) si ebbe nel secondo dopoguerra, quando l’intero angolo sinistro della facciata fu distrutto a causa di una bomba inesplosa che venne fatta brillare sul posto. Ma anche in questo caso, l’edificio fu subito restaurato, così tutti i suoi particolari ripresero il loro antico splendore. La bellezza del Foro è anche data (e forse soprattutto) dal fatto che il poco bianco delle bifore e del balconcino si inserisce al meglio sul rosso “bolognese” sia del mattonato di sfondo, che degli altri preziosissimi elementi (cornicioni, bifore, nicchie capitelli e colonne).
Se il bianco del marmo serve soltanto a sottolineare gli altri motivi di decoro del palazzo, questi ultime sono veramente splendidi.
Le sei nicchi tonde che ornano gli incroci degli archi del portico, contengono le statue dei Santi Domenico, Zama, Floriano, Petronio, Antonio e Paolo, mentre la nicchia centrale, sottostante il balconcino rappresenta la vergine in trono. Le statue sono attribuite ai Delle Masegne (autori certi della Pala marmorea di San Francesco). Sotto il Portico venne posto a metà dell’’800 un elaboratissimo orologio che, seppure di non grande interesse storico artistico, è senza dubbio un pregevole elemento di decoro.
DUE CURIOSITÀ
La torre La ridotta altezza della torre (appena 25 m.) è dovuta ad un crollo avvenuto nel 1448, che causò la distruzione del vicino palazzo Bolognetti e la morte di quattordici persone, fra cui tutti i componenti della famiglia, tranne un figlio, recatosi in cantina per rifornirsi di vino. Un antico riferimento allo Studio
All’inizio del XV secolo sul lato destro della Mercanzia venne murata una lapide, interessantissima dal punto di vista storico, perché attesta i privilegi concessi dal Comune agli scolari dello Studio. Questa la sua traduzione: I PRIVILEGI IN
VIRTÙ DEI QUALI |
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GLI INTERNI |
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Gli stemmi dei Giudici del Tribunale mercantile, sono dipinti da M. Mastellari, sui sottoscala e sulle pareti dello scalone che porta al piano nobile. Marmi e decorazioni di tipo “pompeiano” abbelliscono l’importante sala dove si riuniscono la Giunta Camerale e gli altri suoi Organi ristretti. Il salone maggiore e quelle detto delle “Adunanze del Consiglio” ed è situata sopra il grande portico, occupandone l’intera solaiatura. Le decorazioni sono relativamente recenti essendo opera del 1921 di Mario Bagnini, che disegnò anche il Gonfalone emblema della Camera di Commercio.
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LE CORPORAZIONI DELLE ARTI |
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Non a caso è sembrato opportuno destinare una pagina della Mercanzia alla corporazioni dell’Arte (oggi diremmo Confindustria, confartigianato, confcommercio…), che furono enti essenziali nell’ambito della politica e della cultura bolognese per secoli e secoli e che nel foro dei Mercanti ebbero il loro maggiore consiglio. A tal fine ci siamo rifatti ad una antica stampa conservata nella Camera di Commercio, incisa dal Mitelli e da cui sono tratte anche le riproduzioni che ne sintetizzano stemmi ed abiti riportate in una non recente pubblicazione curata della Camera di commercio.
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D’altra parte gli stemmi delle corporazioni appaiono un po’ ovunque nell’ambito della Mercanzia, addirittura sul cornicione sottostante le merlature del tetto, o nei soffitti e negli zoccoli alti delle sale interne
Gli stemmi impressi nelle sale e (al centro) nel cornicione sotto le merlature del tetto
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DUE ANTICHI STRUMENTI DEL GOVERNO MERCANTILE |
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