PALAZZO COMUNALE O D’ACCURSIO
Piazza Maggiore

 


Panoramica del complesso

Nel 1287, il Comune di Bologna acquistò un isolato di case appartenenti al noto giurista d’Accursio, dottore dello Studio, per poter creare la sua nuova e più prestigiosa sede pubblica.

Da quel primo “acquisto immobiliare”, si sviluppò pian piano e nell’arco di vari secoli, un vastissimo complesso dove l’architettura civile di rappresentanza è di fatto solo quella del lato Est, su piazza Maggiore e parte di piazza Nettuno, mentre gli altri tre lati (via Ugo Bassi, Piazza Roosveldt e via IV Novembre), altro non sono che vere e proprie strutture fortilizie di un imponente castello quadrato protetto da mura, merli, contrafforti e torrioni.

All’interno le sorprese sono veramente tante e tanto belle, non solo negli spazi che una simile articolazione architettonica crea, ma negli ambienti, negli arredi, e nei tanti capolavori d’arte che lì vengono conservate in apposito ricchissimo museo, la Collezione Comunale d’arte.

 

LA FACCIATA SU PIAZZA MAGGIORE

 


La facciata

La facciata ha due strutture architettoniche diversissime fra loro, divise dall’imponente portale d’accesso e… da un secolo e mezzo di storia.


Il sottoportico del ‘300


La Madonna
di Nicolò dell’Arca


Statua di Gregorio XIII


L’aquila di Michelangelo

La parte sinistra (quella caratterizzato dal portico) è originale del ‘300 e costituisce il primo nucleo eretto sugli edifici che il comune acquistò dal giurista d’Accursio.

La parte destra che doveva essere equivalente all’altra, fu ricostruita nel 1425, dopo un incendio, su progetto di Aristotile Fioravanti, uno dei massimi geni del Rinascimento bolognese e non solo.

A sinistra un portico a sei archi a sesto acuto retti da pesanti colonne in pietra caratterizza l’originaria struttura gotica trecentesca che venne “ripulita” dagli orpelli successive e riportati alla struttura architettonica originaria ai primi del ‘900; l’intervento fu opera del Rubbiani, l’architetto bolognese che in quel periodo restaurò i massimi monumenti della città.

Degnissimi di nota numerosi particolari.


Il Portale d’entrata


La finestra dell’Alessi

La bella torre dell’Orologio venne eretta nel 1444. La base è pressoché quadrata ( m. 10,30 per 8,44), l’altezza al suolo è di 36,20 metri, lo spessore dei muri è di m. 0,97 alla base e m. 0,72 alla sommità.

L’elegante edicola, in stile puro rinascimento, fu eretta nel 1493. Per quanto riguarda l’orologio, già nel 1441 esisteva una macchina segnatempo che venne sostituita nel 1773 dall’attuale orologio di oltre 6 metri di diametro, realizzato da Rinaldo. Gandolfi

Vero capolavoro dell’arte quattrocentesca è la madonna col bambino, opera in terracotta di Nicolò dell’Arca, che la realizzò nel 1478

Altra pregevole scultura, realizzata in bronzo da Alessandro Menganti nel 1580, è il monumento al grande Papa Gregorio XIII (al secolo il  bolognese Ugo ibaldiagni), sotto il cui pontificato venne rinnovato il calendario (detto appunto Gregoriano), si scoprirono le catacombe e si diede inizio alle missioni in Cina.

La statua è inquadrata dall’imponente portale che introduce nel palazzo. Ne fu architetto Gaetano Alessi (1555), ma la sua struttura fu poi rivisitato da Domenico Tibaldi, proprio per permettere in esso l’adattamento della statua

Non mancano per altro, alcune curiosità.


Le antiche misure medioevali

La grande finestra a mensola, che chiude il lato su piazza Maggiore (sotto) è di G. Alessi (1555) e una delle due aquile che ornano le formelle della base, fu per lungo tempo attribuita a Michelangelo.

A sinistra della finestra, sullo zoccolo del palazzo, si possono verificare le antiche misure annonarie: formati delle tegola e del mattone; il piede, il braccio, il gomito e la pertica.

 

 

I LATI FORTIFICATI

 


Il lato fortificato che da su
Piazza Nettuno

Piazza Nettuno (Lato Est)

Accanto all’ampio spazio di Piazza Maggiore, verso nord, la facciata prosegue su piazza Nettuno e la sua fontana, mutando sensibilmente la sua architettura che da civile di rappresentanza, diventa decisamente fortilizia.

La rientranza che si realizza rispetto alla facciata principale, è solamente apparente, essendo creata di fatto da due torrioni, uno che si appoggia alla struttura del Fioravanti, l’altro posto all’angolo con  via Ugo Bassi.

Lo sporto centrale, che taglia le mura fra i due torrioni e che divide la parte del piano terra con quella superiore, sembrerebbe un ballatoio (ed in effetti ora lo è), ma è evidente come all’origine fosse una passatoia smerlata alla sommità di una muraglia difensiva.

Via Ugo Bassi (Lato Nord)

Qui la struttura difensiva è evidentissima e le mura, pur modificate dal tempo appaiano potenti ed articolate in architetture di tipo militare con spioventi e merlature (ora tamponate).

L’unico ornamento di tipo “civile” che ingentilisce il lato, è la fontana che si appoggia al suo centro, opera cinquecentesca, attribuita al Laureti.

Due viste del palazzo su via Ugo Bassi

La fontana del Laureti

Via Vezza – Piazza Roosvelt (Lato Ovest)


Il lato fortificato a Ovest


Torrione N.O.


Torrione centrale

Torrione S.0.

In questo lato, l’immagine della fortezza è ancora più evidente e ciò è anche dovuto all’indovinato restauro (forse anche accentuato nei particolari) che venne fatto nel secondo dopoguerra, per riparare ai gravi danni subiti dai bombardamenti dell’ultima guerra.

La muraglia difensiva, non solo è chiusa da due imponenti torrioni quadrati con alti spioventi e merlature, ma è anche caratterizzato da una terza torre centrale che si pone alla metà del lato. L’aspetto militare Il torrione che chiude l’angolo su via Ugo Bassi, fu per secoli carcere giudiziario e ufficio dell’autorità inquisoria (eufemismo, per indicare che lì c’erano le sale di tortura).

Via IV Novembre (Lato Sud)


Torre dei Lapi


Lato Sud

Quest’ala di Palazzo d’Accursio è certamente il più antico ed il meglio conservato, anche se ha subito nei secoli numerosi restauri non sempre rispettosi delle strutture originarie.

Notevolissima la torre duecentesca dei Lapi trasformata nell’800 in un vero e proprio “torresotto”, essendo la base stata trasformata in una volte che serve da passo carraio al cortile del palazzo.

La torre fu molto malridotta dai bombardamenti del 1943, ma è stata ripristinata in modo egregio nella sua originaria struttura

 

 In questa lato del palazzo si possono sottolineare due curiosità, entrambe architettoniche, ma diverse come motivazioni.

La prima è la bellissima finestra in cotta, detta “dell’Oleggio”, Questo era il nome del Cardinale despota che nella seconda metà del 1300, dominava la città, controllando (come si diceve) affacciandosi da essa dai sui appartamenti residenziali.

Notevole come struttura muraria è invece il “piede” delle parete, un imponente bastione sia di difesa che di sostegno della del palazzo e della torre che si innalza nell’angolo fra via IV novembre e piazza Maggiore

 

CORTILI ED INTERNI

I cortili


I lato rinascimentali del primo cortile


Lato barocco

I lati nord e est del primo cortile, caratterizzati dal porticato, sono reputati opera di Aristotele Fioravanti, il genio Bolognese del ‘400 (architetto, coniatore, ingegnere idraulico, fonditore, esploratore, ecc.) a cui si devono anche alcune importanti architetture del Kremlino a Mosca e, forse, il primo viaggio dell’uomo occidentale verso il polo.

Il lato Sud, senza dubbio meno elegante, ma più imponente, è di epoca molto successiva.


Il Pozzo del Terribilia


Lo scalone del Bramante

Nell’altro cortile, (piazza d’armi del palazzo), l’unico elemento interessante è la “cisterna”, un grande pozzo opera del Terribilia, dove la funzione civile di fornire acqua è superata da quella ornamentale. E però una copia, essendo l’originale in Pinacoteca

I cortili ed i piani terra si congiungono con quelli superiori tramite un sontuoso scalone, privo di gradini, sostituiti da cordoli, che permettevano la salita anche dei cavalli. Lo scalone è opera del Bramante.

SALE E SALONI

La Sala Urbana


La sala Urbana

Ha questo nome in onore di Papa Urbano VIII, ma è detta anche Sala degli stemmi, in quanto riporta le insegne di tutti i Cardinali Legali che governarono Bologna nei secoli.

Decoratissima e sontuosa, ha una suggestiva prospettiva sul soffitto.


Sala Farnese

La Sala Farnese

E’ un’opera celebrativa che risale al 1661, di autore ignoto, ma commissionata dal Cardinale Girolamo Buoncompagni, Legato di Bologna, discendente di Gregorio XIII e alto dignitario della corte papale. Il nome della sala però, fa riferimento ad un altro Cardinale che governò Bologna in quell’epoca: il Cardinale Alessandro Farnese

 


Sala Consigliare


Sala Rossa

Le Sale comunali

Due sale importantissime. Oltrechè molto belle, per la vita civile del Comune.

La prima è quella quella del “Consiglio”, (già sala del Senato) dove si tengono le riunioni del massimo organo deliberativo della città. L’altra è la “Sala Rossa”, dove si celebrano fra l’altro, i matrimoni civili..


Galleria Vidoniana


Sala di rappresentanza

Galleria Vidoniana
fu realizzata nel 1665 su commissione del Cardinale Pietro Vidoni, da cui prende nome.
Alle pareti sculture neoclassiche.

Sala di Rappresentaza

Realizzata fine del ‘700 risulta oltremodo caratteristica, essendo affrescata “a Paese” con belle vedute agresti e neoclassiche del Martinelli e del Valliani

 

 

La Sala Borsa

Una storia particolare è quella della Sala Borsa, costruita all’inizio del secolo scorso con strutture in ferro e in linea con lo stile liberty all’epoca imperante. Per realizzarla si fecero purtroppo  scomparire importanti antiche architetture ed ambienti, ma dopo quasi un secolo il rimpianto per quella scelta è superato e la Sala ha acquisito un suo nuovo fascino.

Nata, appunto come sala borsa, destinata al mercato delle granaglia, essa divenne nel secondo dopoguerra, il Palazzo dello Sporto della città (soprattutto per il basket, ma anche per la boxe ed altre discipline), finalità cessata quando fu costruito il Paladozza. Dopo decenni di disuso, ora è stata completamente restaurata e destinata a manifestazioni culturali ed artistiche.

 

LA COLLEZIONE COMUNALE D’ARTE

Nelle splendide sale che abbiamo visto nel capitolo dedicato all’interno del Palazzo, si sviluppano un numero di opere specie pittoriche, di grande rilievo storico ed artistico. Ne presentiamo alcune, per le quali è sufficiente indicare l’autore per capirne l’importanze ed il pregio.


Vitale da Bologna
San Pietro e un Pellegrino


Scuola di Giunta Pisano
Crocefisso


Francesco Raibolini, detto “Il Francia
Crocefissione

 


Amico Aspertini
Madonna con Bambino


Ludovico Carracci
Santa Caterina In Carcere


Jacopo Tintoretto
Ritratto di Vecchio

 


Giuseppe Maria Crespi
Il Cardinale Lambertini


Donato Creti
Putti

Gaetano Gandolfi
San Giuseppe col Bambino