COLLEGIO DI SPAGNA
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Caduto in
disgrazia presso la corte spagnola, il Cardinale Egido de’Albornoz
ottenne da Innucenzo VI di gestire ancora le sue ricchezze, ma per destinarle
a beneficenza. Fra le opere
che questo cardinale realizzò a tal fine, vi fu anche questo palazzo
che aveva la funzione di ospitare nobili e giovani spagnoli che venivano a
Bologna per studiare. Nacque
così nel Esso affiancava
quelli di altre “Naziones” (Illirici, Fiamminghi, Angli, ecc.),
dove trovavano alloggio gli studenti provenienti dai Paesi cosiddetti
“ultramontani”, posti al di là delle
Alpi. Il Collegio di
Spagna è un vero e proprio castello cinto da mura di protezione, poste
nel ‘500, non per difendersi, ma semplicemente
per permettere, o costringere, i suoi ospiti, i nobili studenti della
maggiori casate di Spagna, a non essere “distratti” dai loro
studi, nè fosse loro facile uscire per “godere” delle
delizie che la città “dotta”, ma anche
“grassa”, poteva loro offrire. |
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L’ESTERNO
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Il palazzo
è un complesso a forma di triangolo irregolare che ha i suoi lati
lungo la via omonima (da NO a SE), via Urbana (da O a
E) e via Belfiore (da SO a NE). Gran parte dei
suoi lati, e soprattutto quelli convergenti a porta Saragozza, sono strutturati come vere e proprie mura difensive, che
si ingentiliscono e si trasformano in eleganti edifici, nel cunea che
s’inserisce dentro l’antica Bologna e che ne costituisce
l’ingresso principale.
Questo è
di una semplicità estrema quasi schematica e l’unico ornato
esistente sono i tre stemmi in pietra: quello
centrale sono le Armi di Castiglia ed Aragona e quelli al lato sono quelli
dell’Albornoz. Sono tre le
strutture architettoniche che si susseguono in questo lato e tutte
diversissime fra loro. La prima, a
destra della facciata, ne riprende la linea e su di essa
sono particolari le inferriate delle finestre ed i balconcini. Proseguendo
sempre su via Collegio di Spagna si erge un
brevissimo tratto in cotto rosso dove spiccano due bifore che sembrano essere
più quattrocentesche che del ‘300. L’elemento
più bello di questo lato è lo
splendido portale del Formigine, dopo il quale il Palazzo prosegue con le
mura che preservano la “privacy” dell’ampio giardino
interno.
A sinistra
della facciata, c’è via Belfiore di cui
il Palazzo di Spagna occupa un interlo lato, dove l’articolazione delle
architetture è notevolmente diversificata, con strutture che alternano
il tardo gotico al primo rinascimento, in un insieme, forse non completamente
originale nelle epoche che riproduce, ma certamente suggestivo ed
elegantissimo. Il terzo lato
del triangolo, quello che occupa la parte sud del Collegio e che affianca via Urbana, da via Belmeloro a via Saragozza, altro non
è che una lunga muraglia nelle stesso tempo protettiva del complesso
ed imponente recinto del suo giardino parco |
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LOGGIA,
CHIOSTRO E GIARDINO
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Il portico
loggia che affiancando all’interno il primo giardino, e che invita
all’ingresso del palazzo da via Collegio di
Spagna, è sostanzialmente disadorno, se si escludono le nervature
delle volte e la bella prospettiva dipinta sullo sfondo di chiusura.
Da qui si entra
nel chiostro la cui loggia inferiore è l’epicentro di tutto il
complesso collegiale e rappresentano indubbiamente
la struttura architettonica più splendida, giocata come sono fra il
rosato degli intonaci ed il rosso dei mattonati.
Delle due logge
del chiostro, quello a piano terra è sostanzialmente
disadorne e l’unico decoro è rappresentato dalle
nervature della volta. Sempre a piano
terra, due particolari: un bel pozzo posizionato non al centro del chiostro,
ma lateralmente ed una porticina-pertugio che permette la suggestiva
vista del susseguirsi degli ambienti di passaggio che portano da un cortile
all’altro del Collegio. Il loggiato
superiore è invece molto più elaborato e ricco di quello
inferiore, soprattutto nelle convergenze degli archi, dove sono inserite
teste ed ornati attribuibili ad Annibale Carracci Anche le volte
interne della loggia sono completamente dipinte e colorate: In ogni vela di
volta appaiano gli stemmi dei nubili studenti spagnoli,
dei docenti o dei rettori. Su tutto il
chiostro domina una torre campanaria con orologio che completa
l’ambiente “scolastico” con i due elementi indispensabili
agli antichi studenti: l’indicazione dei tempi, ed i richiami delle
campane che regolano i periodi di studio, lettura, lavoro, svago, ecc.
Per il resto il piano terra, col suo alternarsi di piccoli
portici, anfratti, giardini più o meno ampi, angoli stimolanti,
è una specie di piccolo labirinto di serenità, quale poteva
effettivamente essere l’ambiente studentesco di tanti secoli fa.
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Costruita in puro stile gotico e coeva degli altri trecenteschi
edifici, è stata ripulita da orpelli dei secoli successivi
all’originale splendore negli anni Venti. E’ a
navata unica con un abside poligonale, i cui spigoli
sono sottolineati da forti costole ottagonali. All’interno.
Fra gli altri, una tavola di Lippo di Dalmasio, affreschi del Bartoli (1368),
un trittico di Marco Zoppo e numerosi ex voto
d’epoca di sopraffina fattura,.
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