PALAZZO RE ENZO
Piazza Nettuno, via Rizzoli, piazza Re Enzo

Nel 1249, i bolognesi catturarono Enzo, figlio di Federico II, quando sconfissero l’esercito imperiale dei modenese a fossalta.

Fu portato in trionfo in città come ostaggio contro eventuali rivalse del padre, ma Enzo era un Re, figlio di Re, e quindi non poteva certo essere tenuto in prigione ed in catene, per cui costruirono un palazzo che potesse ospitarlo nel rispetto del rango ma un piena sicurezza.

Così, al centro di Bologna, presso le residenze pubbliche del Comune e del Podestà, sorse questo edificio che nello stesso tempo è contemporaneamente palazzo e fortezza, sede regale e prigione. Enzo morì a Bologna nel 1272, ventiitre anni dopo la sua cattura.

 

I MURI FORTIFICATI ESTERNI

 


Vista da via Rizzoli
(a sinistra la Torre lambertini)

Più che palazzo è un vero e proprio castello dove l’imponenza di tipo militare sembra voler cancellare i pochi decori esistenti.
VA per altro detto che all’inizio del900 l’edificio venne fortemente restaurato e se anche il Rubbiani che curò l’intervento, si basò su fonti storiche accertabili, pur tuttavia non mancò certo di fantasia.

LATO NORD (su via Rizzoli)

La torre che chiude l’angolo a Est era preesistente ed è la Lambertini, dal nome della famiglia che ne era proprietaria. Da notare che fu proprio un Lambertini (assieme al Bottrigari e all’Orsi) a catturare Re Enzo, il che fa supporre che la torre sia stata la prima prigione dello sfortunato Re Enzo.


Le suggestive snerlature della sommità

Il complesso originario di Palazzo Re Enzo è quello di sinistra che sporge rispetto alle strutture contigue.

Si nota già qui che la parte “nobile” è quella superiore dove probabilmente dimorava l’illustre prigioniero, e che presenta, soprattutto nelle eleganti finestre a trifora, l’unico sostanziale decoro dell’intero edificio, essendo i piani sottostanti spogli, com in effetti sono le fortezze e le … prigioni.


Lato su Piazza Nettuno

Questo lato, peraltro, è un lungo teorema di merlature, forse eccessive, ma che donano all’insieme un’armoniosa suggestione medioevale, accentuata dalle torri (oltre alla Lambertini, c’è anche quella del Podestà) e dalle diverse volumetrie degli edifici costitutivi del complesso.

LATO OVEST (su piazza Nettuno)

Anche qui la struttura architettonica gotica del palazzo viene fortemente evidenziata e riflette, l’attenutata eleganza del piano superiore, rispetto alla scarna linea di quello inferiori.


Lato su piazza Re Enzo

Ma su lato si allarga a sinistra anche il cortile, che è nello stesso tempo punto di congiunzione con Palazzo del Podestà ed accesso principale del complesso architettonico.

Sopra come suo epicentro si erge la torre del Podestà

LATO EST (su Piazza Re Enzo)

La linearità del palazzo e gli stessi motivi proseguono senza interruzione ed in forma simmetrica, su questo lato che fa da “pendant” a quello opposto, avendo però una sola trifora a livello del piano nobile.


Lato Est con la Torre Lambertini

Più mosso, interessante ed articolato l’edificio che prosegue, sempre su piazza Re Enzo e che completa il complesso architettonico del palazzo.

LATO SUD


Lato Sud

Anche questo lato non ha sostanziali differenze rispetto agli altri: le mura continuano compatte, le trifore seguono la linea del piano nobile, le alte merlature ghibelline (forse falsata dai restauri del primo novecento), chiudono e nascondono lo spiovente del tetto. In merito al tetto e alle sue merlature, è proprio in questi elementi  che la sovrapposizione fra castello e prigione si evidenzia. Merli di tipo militare e difensivo, che hanno perso la propria funzione (che forse non hanno mai avuta, per diventare elemento esclusivamente decorativo e scenografico.

 

I DUE LOGGIATI

 


L’edificio di congiungimento
dei Palazzi Re Enzo e Podestà


Il voltone d’accesso

Ha certamente un forte fascino medioevale questo piccolo spazio chiuso da una mura su cui si apre il portale a sesto acuto che permette l’accesso al complesso architettonico dei due palazzi che congiunge: Palazzo Re Enzo e Palazzo del Podestà.

L’aspetto più suggestivo del chiostro è senza dubbio la scala.

 

La  scalinata interna ai loggiati

Con due pregevoli rampe, porta al loggiato superiore e poi  ai piani alti, ed il suo portico in legno (rifatto durante il restauro dei primi del ‘900) riprende la linea di quelli originali della tante case duecentesche esistenti a Bologna.


Loggiato superiore

Altro loggiato lo si trova nel piano intermedio. Ha come quello che abbiamo visto prima du logge, ma queste sono più leggiadre e rifinite.

Anche in questo si nota come la severità del piano terra (sede probabilmente di armigeri e guarnigioni di militari) diventi più elegante e degno del re che doveva essere incarcerato e, nello stesso tempo, ospitato nel palazzo.

 

ALCUNI PARTICOLARI

 


Vista di Palazzo comunale
dal Cortile di Palazzi Re Enzo


La chiesetta

Numerosi i particolari e gli scorci che rendono interessante questo bel palazzo medioevale, a cominciare dalla cancellata, se non altro perché si apre sullo splendido scenario della fontana del Nettuno e, sullo sfondo, dell’ala quattrocentesca del Palazzo Comunale.

Inserita a destra, nella mura che chiudono il chiostro si apre la cappella del Palazzo, in linea gotica, molto semplice ma anche molto  rifinita negli ornati in cotto che sottolineano il cornicione, il tondo e la volta dell’entrata.


Antichi stemmi in macigno

Sul mura esterno del chiostro alcuni antichi stemmi e memorie in arenarie, quasi a simbolo dell’eroica epopea duecentesca di cui il comune di Bologna si gloriò nel periodo più prestigioso della sua storia.

All’interno del cortile, quattro elementi decorativi in arenaria di antichissima data

Si tratta di due figure allegoriche (o forse Madonne) non si sa se già inserite nel palazzo all’origine o se portatevi da alto edificio, e di due cornicioni di finestre, già appartenenti all’antica sede  della corporazione dei Merciai,

Ornati di riporto inseriti sul muro interno del cortile (Due immagini femminili e due bifore)