Per nostro incompetenza, non possiamo documentare che la casa in oggetto sia
davvero un edificio del XIII secolo e, forse non lo è, ma la sua
architettura ci è sembrata perfetta per quell’epoca,
sia per le travature del portico in legno massiccio che sostengono il
solaio dell’unico piano, sia soprattutto per l’esistenza in
facciata di tre tracce di finestre a sesto acuto classiche
dell’epoca.
Graziosa (ma non sappiamo neppure in questo caso se
anch’essa attribuibile al Duecento) la madonnina in cotto che orna la
parete del sottoportico. Di certo, se non ultrasecolare, è certamente di un
tempo “da tempo passato” ed è
una delle tante testimonianze di fede che i bolognesi sentivano e
dimostravano pubblicamente per la strada, come può documentare
proprio via del Pratello, con altre immagini sacre che ne punteggiano il
percorso.
La Casa è di proprietà del
benemerito istituto Clemente Promodì,
creato nel 1863 per la tutela di orfani adulti da
educare ed avviare al lavoro.
|