Nota
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Medico (Crevalcore 1628 – Roma 1694) ”Nemo propheta in patria” è un detto molto adatto per questo grandissimo scienziato bolognese, il quale, mentre non riuscì ad affermarsi nella città e nell’università dove aveva studiato, fu rinomatissimo ed giustamente ammirato in tutt’Europa. A Bologna, venne infatti non solo boicottato, ma anche fatto oggetto di un attentato da parte dei “colleghi” se non per invidia, certamente per timore che le sue teorie mediche prevalessero. Così insegnò la sua materia a Pisa e Messina, diventando anche membro della Royal Society di Londra (primo non inglese ad esservi accolto) e, negli ultimi anni della sua vita, divenne Archiatra di Papa Innocenzo XIII. La sua intuizione fu quella di innovare la medicina, applicando ad essa la sperimentazione che Galileo aveva applicato alla fisica e all’astronomia. Considerato il fondatore della medicina comparata, dell’istiologia e dell’embriologia, scoperse e studiò con largo anticipo sui tempi, la reale funzione della circolazione sanguigna, i capillari (per altro da lui scoperti), il rapporto funzionale fra cuore e polmoni, la combustione dell’aria respirata all’interno del corpo. Numerosi gli scritti lasciati fra cui: “De lingua ed cerebro”; “De viscera structura”; “De glandularum structura”; “De polmonibus”; “Opera Postuma”, quest’ultima pubblicata a cura della Royal Society di Londra. |
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