SAN PAOLO MAGGIORE |
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1611 |
Via de’ Carbonesi 18 |
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L’architetto
fu il Barnabita Ambrogio Mazenta, e la linea
strutturale della facciata riprende quella di San Salvatore, che è dello stesso artista. I decori esterni sono di Ercole Fichi a cui si devono anche le due statue
superiori (quelle inferiori sono del Mirandola e del Conventi); gli stemmi in
rilievo, riprendono quelli della famiglia Spada che della Chiesa furono i mecenati. La
chiesa, che è della Congregazione dei chierici
regolari di San Paolo – Barnabiti, ha un interno che sembra la naturale
cornice del grande gruppo marmoreo che sovrasta l’altar maggiore
È
la “Decollazione di San Paolo”, opera splendida di Alessandro
Aligardi, il grande scultore bolognese che contese
al Borromini, a Roma, il primato della scultura. D’altra
parte, il Borromini, è l’autore del prezioso
complesso dell’altar Maggiore. Sempre
del Borromini è anche il particolare tabernacolo
che miniaturizza lo stile architettoniche delle
chiese romane dell’epoca (in questo caso San Paolo fuori le Mura) Sono
invece sempre dell’Aligardi il bassorilievo della
porticina del Tabernacolo (Cristo con la croce) e il
tondo del Paliotto (San Paolo decollato). La grande volta della
navata centrale è stata affrescata alla fine del 1600, rappresenta idealmente
San Paolo nell’Areopago di Atene, mentre parla dell’immortalità dell’anima.
Fra le altre opere d’arte che ornano la chiesa, è opportuno mostrare
almeno le più importanti
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