Palazzi, Chiese, Edifici vari
ABUSI EDILIZI NEL TEMPO

Case Beccatelli /piazza Santo Stefano

Terza casa, dopo via de Pepoli

Le case Beccatelli - Tacconi sono costituite da sei edifici in fila che si sviluppano nel lato sud di piazza Santo Stefano fra la stretta via De’ Pepoli e la larga convergenza della piazza con via Farini.

Sono edifici davvero splendidi, tutti del ‘400, alla cui bellezza contribuirono, o per gli esterni o per gli interni, artisti coma il Rossetti, il Fioravanti, l’Aspertini, il Bigàri, i Gandolfi, ecc., e mostrano un diversissimo (ma non disarmonico) susseguirsi di stili strutturali, evidenziati in ognuna delle sei facciata e, soprattutto dall’articolarsi delle arcate dei portici.

Queste, però, non sono curiosità vere e proprie, ma l’essenza stessa dell’architettura che è difformità, inventiva, senso del gusto, adeguamento al variare dei tempi e dei modi di vivere.

La curiosità sono gli interventi successivi all’architettura originale (che oggi chiameremmo “abusi edilizi” ) e ne è un esempio davvero singolare, per non dire straordinario, la quarta casa, che ad ogni buon fine ingrandiamo qui a fianco.

La facciata, all’origine, nel quattrocento, era di un sol piano, e terminava poco sopra le tre grandi finestre a sesto acuto, dove permane il bel cornicione che ne sottolineava la copertura finale. Fra le due finestre di sinistra c’era anche un balconcino, a cui si accedeva da una porta-finestra ora tamponata, ma ancora visibile e con intetti gli ornati che l’abbellivano.

Il primo abuso fu senza dubbio l’aggiunta delle merlature, non certamente per ragioni difensive o militari, ma solamente estetiche (chissà, poi, se il risultato fu effettivamente migliorativo!).

Nel settecento la tragedia… Le tre belle finestre a sesto acuto furono tamponata e sulla facciata apparvero due file di tre aperture rettangolari, segno inequivocabile che l’unico piano era diventato doppio, con un aumento sensibile della metratura interna e la definitiva perdita della sala nobile che la palazzina certamente aveva.

Successivamente, i merli diventarono finestre per una sopraelevazione forse ottocentesca, che fece acquisire un nuovo piano e nuovi metri quadrati d’area calpestabile. Ma ai proprietari, evidentemente non bastava, e così sopra i merli sorse un attico (o una mansarda) con due begli ovali come fonte di luce.

Insomma la casa di un piano ora ne ha quattro, e l’unica cosa non toccata dal tempo e dagli architetti, rimane il portico.

Quanto costerebbe, oggi, un eventuale condono edilizio?