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COLONNA FALSE, BOTTEGA VERA

 

Il complesso delle case Alberici-Rodondi è situato in piazza della Mercanzia, proprio all’inizio di via Santo Stefano ed è certamente un angolo molto suggestivo della Bologna del 1200, dove non mancano i portici con colonne di legno, le finestre in cotto a sesto acuto, i grandi portali gotici e la torre che completa e collega il tutto con la sua scarna e spoglia struttura; l’insieme è poi fronteggiato dalla splendida architettura della Mercanzia, il che rende ancor più affascinante l’ambiente.

Va subito detto che il tutto è troppo bello per essere completamente vero, ed infatti l’angolo di cui parliamo è stato completamente oggetto di restauro (e rivisitazione) negli anni venti, e ciò ha comportato alcuni “falsi d’autore” fra i quali, per correttezza storica, occorre sottolinearne almeno uno, in quanto molto importante ed eclatante.

Parliamo del balcone, davvero bellissimo, che si affaccia su via Santo Stefano, ma che è completamente “inventato”, sia pure sulla base di un’indagine storica attente e coerente.

Altro falso, questo però necessario e non dovuto alla creatività dei restauratori, è l’ultima colonna del portico, quella che si trova proprio sotto al balcone. Non è affatto in legno come sembra, ma in cemento, materiale resosi indispensabile probabilmente per sostituire quella originale andata perduto o non più utilizzabile come sostegno. Non si capisce che è in cemento, perché fu impellicciata con asse di legno (sembra proprio ricavate dalla colonna originale), ma l’ ”inghippo” lo si può agevolmente constatare, perché una di queste assi è sbrecciata ad altezza d’uomo e, sotto, mostra il vero materiale di cui è costituita la colonna.

Se il balcone e la colonna sono falsi, non lo è, invece, la Torre Alberici e, sopratutto, non lo è la bottega che si apre alla sua base e che risale a ben settecento anni fa, precisamente al 1297, come documenta per altro lo straordinario sistema di chiusura, dove saracinesche, catene e portoni si trasformano, quando sono aperti, in vetrine ed espositori.

Non solo, ma quella bottega, aperta almeno fino a dieci anni fa, ha sempre esercitato il commercio di salumi e formaggi… un vero, tradizionale “Lardaròl” bolognese.