Statue, monumenti, sculture
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In tutte le epoche, quando si voleva risparmiare sulle statue, si sostituivano il marmo e gli altri materiali pregiati, con la cartapesta, alla quale ricorrevano non solo i mediocri scalpellini, ma anche celebri scultori. E’ il caso di due opere di altissimo pregio che si trovano, l’una in Santa Maria dei Servi e l’altra in San Domenico. La prima è un Crocefisso, realizzato su disegno del Giambologna (ed è quindi l’unica sua opera fatta nella nostra città, oltre il Nettuno ed i relativi bozzetti.
L’altra, quella in Santo Stefano, è una splendida “Pietà” policroma, realizzata nel Settecento, da Domenico Piò, forse il massimo scultore bolognese dell’epoca. Ovviamente, quando le si ammira, le due sculture non sembrano affatto di cartapesta, però lo sono! Ma la loro particolarità non è data tanto dal materiale su cui furono modellate, ma da quello con cui fu preparata la cartapesta. Per esse furono infatti utilizzati i mazzi di carte usati dei bari e ad essi sequestrati dalla polizia del tempo (il bargello, nel ‘500 e la gendarmeria nel ‘700). E poiché siamo in tema di carte da gioco, ci sembra interessante mostrarne alcune dipinte nel ‘600 da uno dei più grandi incisori – e non solo bolognesi - di quel secolo, Giuseppe Maria Mitelli, di cui è anche la bella stampa che mostra come nel ‘600 il gioco delle carte fosse molto in voga, anche fra i ceti sociali inferiori.
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