Statue, monumenti, sculture
DUE SPLENDIDE AQUILE CHE VOLANO BASSE

Palazzo Comunale

Su piazza del Nettuno

Questa non è per la verità una cosa curiosa o, peggio, bizzarra, ma certamente porta ad una considerazione finale per lo meno interessante.

Torniamo al Palazzo Comunale che, come elementi maggiormente decorativi della facciata, ha il portale su cui troneggia la statua di Gregorio XIII (di cui parleremo), ed il finestrone che si apre alla sua destra, poco lontano.

Il finestrone è del ‘500 ed è opera del perugino Gaetano Alessi, anche se sono successivamente intervenuti altri artisti, ed è indubbiamente maestosa e molto elaborata. Ciò che ci interessa, però, non è la sua struttura scenografica, ma le due piccole formelle “incastonate” sotto il poggiolo, due aquile che, anche per il colore del cotto, sembrano essere vive e risaltare sulla pietra di cui sono fatti gli altri elaborati decorativi.

Guardiamole attentamente, perché sono davvero due splendide opere d’arte, attribuite l’una a Nicolò dell’Arca e l’altra nientemeno che a Michelangelo (anche se non si sa quale aquila sia dell’uno e quale dell’altro).


Le tre statue che Michelangelo scolpì a Bologna

Per la cronaca, diciamo che a Nicolò dell’Arca si devono numerosissime opere bolognesi, come il coperchio dell’arca di San Domenico, la Madonnina che troviamo proprio sulla facciata del Palazzo Comunale, il Compianto di Santa Maria della Vita.

Tre, invece, altre a questa, le statue che Michelangelo realizzò a Bologna: San Procolo, San Petronio e un Angelo, che possiamo anch’esse ammirare sull’arca di San Domenico.

Abbiamo detto che queste due aquile ci portano ad una considerazione: se si tratta effettivamente di sculture di tal livello, come mai sono ancora lì, all’aperto, senza protezione alcuna, ad altezza d’uomo e a portata di mano di qualsiasi vandalo che le volesse deturpare o sottrarre?