Statue, monumenti, sculture
UN MONUMENTO ALLA FEDELTA’

Casa de’Buoi (o Bove)

Via Oberdan 24

In via Oberdan, dal numero civico 16 al 26, si sviluppano una serie di edifici che seppure appartenenti ad antiche famiglie nobiliari, ed eretti nel XV Secolo, sono sostanzialmente modesti, tanto da essere chiamate semplicemente “case”.

Al n. 24, per esempio, sorge una palazzina di due piani, completamente spoglia, e con un povero portico di tre archi, con l’aggiunta di un quarto molto più ampio, per l’accesso al cortile interno delle carrozze.

È casa De’ Buoi (o “Bovi”, o “Bove”) e se si volesse vedere un forte contrasto fra questo modesto edificio ed un’opera ben più imponente e sontuoso, occorre andare in Santa Maria dei Servi, dove i Bovi regalarono alla chiese nientemeno che l’Altar Maggiore

Fatta questa precisione, entriamo, comunque, nell’arco grande di questa casa per osservarne il cortile a doppio loggiato, che, se non proprio “eccelso, è certamente molto decoroso. Non è, però, il cortile che deve interessare, ma una finestrina sopra al loggiato superiore, dove si affaccia una bella scultura, che riproduce… un cane.

Si tratta di Tago la cui storia merita di essere raccontata.

Nel 1777, il suo padrone, il marchese Tommaso de’ Buoi, partì per un lungo viaggio – forse per verificare l’andamento delle sue tenute di campagna – e da quel momento Tago si pose su quel davanzale ad aspettarne il ritorno.

Ma quando egli arrivò, entrando nel cortile di casa, la felicità dell’animale fu tale che per poter fare subito le feste ed essere abbracciato dal Marchese, si gettò da quella finestra e nella caduta si sfracellò ai suoi piedi.

Dal quell’anno Tago è di nuovo lì, sullo stesso davanzale, monumento alla fedeltà ed all’amicizia fra cane e padrone, perché il De’ Buoi lo fece ritrarre dal miglior scultore bolognese dell’epoca, Luigi Acquisti.