Le Misure in uso a Bologna
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La basilica di San Petronio è troppo nota per soffermarsi su di una sua pur minima descrizione, per cui veniamo subito alla curiosità che ci interesse e che si trova sul tetto della quarta volta della navata di sinistra (come indicato dalla freccia) e dal quale si può vedere gran parte dell’interno della Basilica
Si tratta semplicemente di un buco protetto da un cappannotto, ma da quel foro, detto “gnomico”, ha origine il funzionamento di una delle massime realizzazioni scientifiche del ‘600: la più grande meridiana del mondo. Il meccanismo è semplice: dal foro gnomico entra un raggio di luce che, dopo essersi spostato all’interno della chiesa seguendo il movimento del sole, si stampa al centro di una linea (detta appunto, “linea meridiana”).
In quello stesso momento e in quel giorno, a Bologna è mezzogiorno e si potrebbero regolare gli orologi (come in effetti si faceva un tempo) e, perché no?, i calendari. Sul marmo della linea, infatti, nel punto in cui il raggio si è posato, sono anche incisi il giorno e il mese. La meridiana esisteva in San Petronio fin dal 1400, ma poiché tre secoli dopo si provvide ad ampliare la Basilica, si dovette riverificare la disposizione del foro gnomico e della linea a terra. L’opera fu affidata all’astronomo Gian Domenico Cassini, che vi lavorò nel lungo periodo in cui era a Bologna e che concluse i lavori nel 1655, per poi procedere ad alcune correzioni una quarantina d’anni dopo. La Meridiano di San Petronio rese lo scienziato tanto famoso nel mondo da essere assunto nel 1666 dal Re di Francia come astronomo di corte.
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