Lapidi, Epigrafi, Scritte
|
||||
La chiesa di S. Girolamo della Certosa, sorse nel 1334 e fu sempre un’importante centro dei certosini, fino a quando, nei primi anni dell’Ottocento, in periodo napoleonico, come tanti altri conventi bolognesi, venne espropriato per essere destinato a funzione pubblica e, nello specifico, a camposanto. Al riguardo, e per curiosità, va detto che poiché il cimitero civile di Bologna sorse nel convento dei Certosini, solo da noi il termine “Certosa” è sinonimo di “camposanto”.
Altra cosa molto particolare, è che si conosce il primo defunto sepolto nel nostro cimitero: si tratta di certa Maddalena Brunini, tessitrice, che vi trovò ospitalità nel 1801. Ciò che vogliamo illustrare, però, è una curiosità del tutto singolare che possiamo rintracciare nella serie di cappelle che si susseguono a sinistra, appena entrati nella chiesa. Sono una ventina di tabelle in legno intagliato, appese fra le lunette degli archi, ciascuna delle quali ha uno scritto e, appesa sotto, una catena. E’ opportuno leggerne una per cercare di capire di cosa si tratta. 1783. SOVENZIONE AL (la parola “riscato”
non è un errore d’ortografia di chi scrive, Per spiegare lo scritto e la ragione di tali tabelle, dobbiamo premettere che a Bologna, presso la Chiesa di Santa Maria della Neve era sorta nel 1626 un confraternita che aveva lo scopo di raccogliere fondi per riscattare i bolognesi rapiti dai pirati saraceni durante i loro viaggi in mare. Ognuna di quelle venti tabelle, quindi è una vera e propria “registrazione” di uno dei tanti riscatti pagati e, a maggiore documentazione del fatto, sono “allegate” ad essa le manette da cui il prigioniero era stato affrancato all’atto del suo rilascio Non si sa se la Confraternita a un certo momento si sia trasferita a San Girolamo, oppure se lì furono poste solo le tabelle di cui parliamo, di certo c’è che essa ebbe ad operare fini al 1785. |