Lapidi, Epigrafi, Scritte
UN DECRETO MEDIOEVALE A TUTELA DEGLI STUDENTI

Palazzo della Mercanzia

Piazza della Mercanzia

La Mercanzia (o “Foro dei Mercanti”) è uno dei massimi esempi di gotico civile esistenti in Italia e si realizzò alla fine del ‘300, per opera dell’architetto Antonio di Vincenzo, lo stesso che eresse anche la Basilica di San Petronio.

Di curiosità ce ne sono tante in questo palazzo, che fra le altre, annovera una sua torre, di fatto sconosciuta, perché non visibile dalle strade che convergono nel quadrivio di piazza Mercanzia. Si chiama Torre della Perla ed è alta 25 metri, ma forse raggiungeva i 60; crollò infatti a metà del ‘400 sul vicino Palazzo Bolognini, facendo ben tredici vittime fra i componenti della famiglia.

Altra curiosità della Mercanzia è quella su cui vogliamo soffermarci in questo capitolo: una lapide incisa fra la fine del Trecento ed i primi anni del Quattrocento; chi la volesse vedere deve spostarsi all’inizio di via Castiglione che affianca il palazzo e guardare fra la seconda e terza bifora del piano terra. Questo il testo della lapide, come appare tradotto in italiano in altra lapide che affianca quella origina e che fu opportunamente aggiunta nel secolo scorso a cura del Comitato storico artistico per Bologna:

I PRIVILEGI IN VIRTÙ DEI QUALI GLI SCOLARI NULLA DEVONO
PAGARE PER LIBRI E LE ALTRE COSE D’USO VETTOVAGLIE E
VESTITO TANTO PROPRIE QUANTO DEI LORO FAMIGLI, FURONO CONFERMATI ESSENDO RETTORE DEI CITRAMONTANI IL SIGNOR GIULIANO DE’ DAVANZATI DA FIRENZE E VICE RETTORE DEGLI
ULTRAMONTANI IL SIG. PIETRO DI POGGIOMARINO DI CATALOGNA

Essa documenta ampiamente in che modo la nostra città tutelasse la presenza degli studenti, i quali, in effetti, rappresentavano e rappresentano tuttora, una fonte economica insostituibile per il suo benessere.

Vale però anche la pena sottolineare (ed anche questo è una curiosità importante) un fatto che riteniamo notevole: la lapide attesta, infatti, che gli studenti del tempo erano divisi in due corporazioni, quella del “Citramontani”, rappresentativa degli universitari provenienti da paesi al di qua delle le Alpi, e quindi italiani, e quella degli “Ultramontani” ovvero provenienti da nazioni poste al di là delle Alpi.

Forse alla Bologna medioevale si deve, in un certo senso, anche l’identificazione, o il sogno, di un’unità nazionale che avrebbe attesa oltre ottocento anni per essere realizzata.