UN ANTICO SCIOGLILINGUA

Chiesa di San Procolo

Via D’Azeglio

San Procolo si trova in via d’Azeglio ed è una chiesa non grande ma che vanta l’intervento dei due massimo architetti bolognesi del ‘500, il Vignola e il Terribilia. Le sue origini sono però ben più remote. In epoca romana, infatti, c’era in zona un cimitero extraurbano, dove venne sepolto Procolo, un legionario che fu martirizzato essendo cristiano. In suo onore vi fu poi costruito un tempietto che ben presto divenne un’importante sede di culto per i bolognesi.

Altro aspetto significativo è che in San Procolo operarono fin dal 1200 le scuole dei giuristi Bulgaro e Martino e questo è importante anche ai fini dell’interpretazione da dare alla piccola lapide in latino (indicata nella foto dalla freccia) che troviamo sul muro che affianca la chiesa.

Questo il testo in latino con relativa traduzione:

SI PROCUL A PROCULO
PROCULI CAMPANA FUISSET
NUNC PROCUL A PROCULO
PROCUL IPSE
FORET

A.D. 1393

SE PROCOLO FOSSE STATO
LONTANO DALLA CAMPANA DI S. PROCULO,
ORA PROCOLO
SAREBBE LONTANO
DALLO STESSO
S. PROCOLO
ANNO DOMINE 1393

Com’è agevolmente comprensibile la lapide gioca sulla parola “Procul” che assume nel contesto svariati significati, a cominciare da quello latino di “lontano”.

A parte la bizzarria della frase che in latino è certamente un indovinato scioglilingua, la curiosità è rappresentata dalle due interpretazioni che possono essere date:

a) “Se Procolo (forse il campanaro) fosse stato lontana dalla campana della Chiesa di S. Procolo, (che gli cadde in testa), ora lo stesso Procolo sarebbe lontano da dove giace San Procolo.”. Con questa traduzione la lapide appare estremamente ironica e nulla ci sarebbe da aggiungere al suo significato.

b) “Se Proculo (uno studente), fosse stato lontano dalla campana (del bidello) della scuola di giurisprudenza della Chiesa di San Procolo, ora quello studente non sarebbe sepolto nel cimitero che c’è in San Procolo”.

Se questa seconda interpretazione fosse quella giusta, la lapide perderebbe ogni riferimento ironico, dovendo in definitiva ricordare uno studente deceduto per il troppo studio… Il che farebbe anche ritenere che all’epoca (nel 1300) frequentare l’Università di Bologna non fosse per niente semplice.