GIOACCHINO ROSSINI

Musicista

Pesaro 1792 – Passy, Francia, 1868

Quando Rossini morì, Giuseppe Verdi avrebbe voluto commemorarlo a Bologna, in S. Petronio, con una sua Messa di Requiem, perché riteneva che questa città fosse la “sua vera patria musicale”. L’iniziativa non si realizzò, ma la convinzione del grande Parmensa sulla bolognesità di Rossini, ci permette di annoverare il grande musicista in questa rassegna.


Ritratto giovanile

D’altra parte ad appena dodici anni si iscrisse al Conservatorio di Bologna e qui risiedette per oltre vent’anni, laureandosi, perfezionandosi e scrivendo i suoi primi melodrammi: “Demetrio e Polibio”, “L’Italiana in Algeri”, “Otello”, “Cenerentola”, “La Gazza Ladra”, “Mosè in Egitto”, il “Barbiere di Siviglia” e “Semiramide


La casa di Rossini in Strada Maggiore

Nel ’23 si trasferì a Parigi per dirigere l’Operà du Téàtre Italien ma nel ’36 ritornò a Bologna dove acquistò casa in strada Maggiore 26.

Come musicista fu senza dubbio apprezzato ed amato dai bolognesi, tanto che in trent’anni di sua permanenza in città monopolizzò la cultura musicale locale, fu nominato consulente onorario perpetuo del liceo musicale, e potè eseguire all’Archiginnasio la prima del suo suo splendido “Stabat Mater”.

Come persona risultò invece molto antipatico, soprattutto perché ritenuto avverso alle ispirazioni risorgimentali, e a nulla valse la composizione di un inno a Garibaldi, per ristabilire il “feeling”, per cui nel 1851, il grande musicista abbandonò definitivamente Bologna.