Dalla sua ietra tombale

ROLANDINO DE’ PASSEGGERI

Politico / Giurista / Notaio

(1217-1290 ca,)


Palazzo dei Notai

Personaggio interessantissimo, questo, in quanto dominò in tutti i sensi, la scena bolognese dal 1240 fino alla morte, non solo nell’ambito culturale e giuridico, ma anche e soprattutto in quello politico.

Come docente dello Studio esercitò regolarmente il dottorato per oltre vent’anni acquistando la fama di “principe dei dettatori”, ovvero dei maestri che illustravano e documentavano per iscritto i contenuti degli atti.

 

Come notaio, oltre a scrivere la “Summa artis notariae”, che per secoli è stato in Europa il vangelo della categoria, ebbe a fondare la “Societas” dei notai bolognesi, destinandole lo splendido palazzo di piazza maggiore.

Come politico infine, fu partecipe in prima persona di tutte le grandi vicende del periodo più glorioso della storia di Bologna, non solo e non tanto come Segretario di Stato, ma come vero e proprio ispiratore e legislatore.


Tomba di Rolandino
in San Domenico


Il frontespizio originale della
Legge del Paradiso

Fu lui infatti a risollevare lo Studio dalla crisi, confermando tutti i privilegi agli studenti che lo stavano abbandonando; fu lui (sembra) a dettare la legge detta “del Paradiso” con la quale Bologna, prima città a farlo nel mondo, aboliva la schiavitù e riscattava con denaro pubblico le migliaia di schiavi che ancora esistevano in città e nel contado; fu lui a predisporre l’orgogliosa risposta del Comune all’Imperatore Federico II che minacciava la distruzione di Bologna se non avesse liberato il figlio Enzo; fu lui che riuscì, anche usando il pugno di ferro, a ripristina un certo ordine in città durante e dopo la guerra civile fra Geremei e Lambertezza; fu lui, infine, a dettare gli “Ordinamenti sacrati e sacrissimi” che rivalutavano il potere delle corporazioni delle arti nei confronti di quello dei nobile e dei latifondisti.

E’ sepolto in San Domenico, in una tomba pregevolissima sul sagrato della Basilica di San Domenico.