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TADDEO PEPOLI |
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Politico Prima anni del XIV Sec. - m. nel 1346 |
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Capo del partito degli “Scacchesi” (nome dovuto agli scacchi bianchi e neri riportati sullo stemma della sua famiglia) vinse la lotta con i Gozzadini (capi del partito dei “Maltraversi”, dal loro stemma tagliato in diagonale) diventando così il primo “signore di Bologna”, carica che ebbe anche l’avallo dal Papa che lo nominò proprio Vicario.
Secondo le cronache, governò la città con spirito democratico e con grande discernimento politico e che la popolazione l’amasse, era già stato dimostrato al tempo della sua giovinezza, quando fu fatta una splendida pubblica festa per la laurea in diritto da lui ottenuta in San Pietro.
Costruì il grande palazzo-roccaforte che ancora oggi si può ammirare in via Castiglione, abbellì San Domenico, adattò alle proprie esigenze Castiglione dei Gatti (che divenne così Castiglione dei Pepoli) e non mancò di proteggere la città pagando di persona i lanzichenecchi che la stavano per assalire, perchè deviassero altrove le loro razzie. D’altra parte, tale elargizione se la poteva permettere, essendo figlio di Romeo, uno degli uomini – e dei banchieri - più facoltosi d’Italia, con una rendita valutabile sui 125.000 fiorini all’anno. Taddeo morì di peste fra la sincera costernazione dei suoi concittadini e, soprattutto del popolo. D’altra parte con lui morì sia la grandezza dei Pepoli, che la libertà della città, perché i figli Giovanni e Giacomo, dopo alcuni anni, vendettero Bologna ai Visconti di Milano. |