GIOVANNI PASCOLI

Poeta

1855 – 1912

Romagnolo appassionato ed amante di Bologna (come capitò a molti dei suoi conterranei nati sotto “l’azzurra vision di San Marino” e trasferitisi sotto quella delle Due Torri) non disdegnò tuttavia di accettare la carica di docente al Liceo di Matera, dove si rese conto delle due Italia e delle due diversità culturali esistenti fra nord e sud.

 Si avvicinò però a Bologna dopo alcuni anni, fermandosi per altre docenze a Massa e Livorno.

E’ in quest’ultima città che pubblicò “Myricae”, ed è da qui che apprese di aver ricevuto ad Amsterdam il premio internazionale di poetica latina (una specie di Nobel per tale materia).

Ottenuta la cattedra di letteratura italiana, dovette ancora girovagare per l’Italia, tornando prima nel profondo Sud (Messina, durante il famoso terremoto) poi nuovamente in Toscana (Pisa).

Quando giunse a Bologna ad occupare la cattedra che fu del Carducci, ritrovò senza dubbio il suo ambiente, ma questo non gli fece certo rimpiangere le altre sedi ove aveva insegnato, e ciò è dimostrato dalla dedica dei “Nuovi Poemetti”, rivolta “ai miei scolari di Matera, Massa, Livorno, Messina, Pisa e Bologna”.

Oltre a quelli citati, le altre raccolte di versi più importanti della sua produzione, sono “Lyra”, “Canti di Castelvecchio e “Odi e Inni”, senza contare i discorsi, i saggi e i poemi in latino.