ALFREDO ORIANI

Scrittore / Giornalista

Faenza, 1852 – Casola Valsenia, 1909

Fu uomo scontroso, irascibile, polemico e schivo di ogni contatto umano (almeno duraturo) per cui fu uno scrittore solitario, al di fuori di qualunque ambiente o circolo.

Giunse tardi al giornalismo (anzi fino ad età avanzata disprezzava tale mestiere), ma quando lo fece nei suoi ultimi dieci anni di vita, riempì le pagine del Carlino con centinaia e centinaia di articoli, quasi volesse recuperare un tempo perduto o, come interpretano alcuni, come se il giornale fosse il rifugio della sua vecchiaia.

Si interessava di tutto e tutto pubblicava, dalle notizie apprese al bar, da quelle di valenza politica nazionale (non ammetteva alcuna censura al riguardo) a quelle internazionali (commentò il caso Dryfus, la rivoluzione bolscevica, la morte di Zola, le encicliche del Papa), ed anche per questo era apprezzatissimo dai direttori sotto cui lavorò, Federzoni e Missiroli.

Come scrittore fu tutto fuorché accademico, e talvolta spregiudicato (come nel romanzo “Al di là”, dove si racconta di una relazione lesbica).

Fra le sue opere: “La rivolta ideale” (certamente la più nota), “La disfatta”, “Vortice”, “No”, “Olocausto”.