EDGARDO MORTARA

Ecclesiastico

1851 - 1940

Il personaggio e tale per una questione giuridica internazionale che coinvolse a metà dell’800 lo Stato della Chiesa e l’opinione pubblica dei paesi più liberali e laici dell’epoca (Francia, Austria, Stati Uniti e non ultimo il mascente Regno d’Italia.
Edgardo era ebreo, figlio di ebrei e poiché venne battezzato di nascosta da una governante che l’accudiva, il Sant’Uffizio di Bologna stabilì ch’egli dovesse essere sottratto alla sua famiglia ed allevato cristianamente dalla curia papale di Roma, cosa che avvenne nel 1858 appena il bambino entrò in età scolare.

Questo “rapimento” suscitò una fortissima reazione da parte dei mondo intellettuale internazionale e determinò anche la nascita della Prima associazione Ebraica internazionale a tutela dei propri diritti, mentre missive diplomatiche contro la santa sede venivano inviate da Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria, Napoleone III, imperatore dei francesi e da Camillo Cavour, primo ministro del Regno piemontese.

Con l’unità d’Italia e l’adesione di Bologna al nascente regno d’Italia, l’Inquisitore bolognese Padre feletti che aveva ordinato la sottrazione di Edgardo alla sua famiglia, venne incarcerato e processato per rapimento, anche se poi venne assolto in quanto “aveva agito secondo leggi giuridicamente valide al tempo del fatto”, ma riconobbe esplicitamente la colpevolezza di Papa Pio IX, di cui il Feletti fu senza dubbio stato complice.

Va rilevato che Edgardo Mortara, diventato domenicano dei cananonici lateranensi, sostenne sempre la giustezza del sua rapimento ed in tal senso, dedicò la propria opera pastorale alla conversione degli ebrei.