PIER IACOPO MARTELLO Commediografo / Letterato 1665 – 1727 |
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Amico del pittore Cignani, che contribuì alla sua formazione, studiò ed insegno eloquenza all’Università di Bologna e per dieci anni fu segretario delle ambasciate bolognesi a Parigi e Roma. Contemporaneamente scrisse diverse opere dove criticamente tentava e suggeriva di trovare un nesso fra barocco e classico.
Solo successivamente arrivò alle opere teatrali e alla drammaturgia, introducendo in Italia un nuovo stile recitativo, ispirato alle esperienze francesi di Corneille e Racine e creando un nuovo verso metrico (detto appunto “martelliano”), che permetteva all’attore pause e gravità utili al proprio recitativo. Fu molto criticato per questo suo stile e le opere polemiche con cui contesta i denigratori sono numerose e significative per comprendere la cultura dell’epoca. In un certo senso e culturalmente parlando, egli può considerarsi un anticipatore dell’illuminismo, concependo anche nella cultura la libertà d’espressione e di tema, e cercando, accomunandoli, di superare gli ambiti locali e nazionalistici. Produsse un numero enorme di scritti, saggi, poesie e testi teatrali e se non eccelse nella tragedia (“Cicerone”, “Epido Coloneo”, Sisaro”, ecc.), certamente risulta più piacevole nelle commedie (specie “Che bei pazzi!”, “Lo starnuto di Ercole”). Dalla sua satira “Il Femia sentenziato”, il Parini trasse spunto per la sua più famosa ode, “il Giorno”. Anche il figlio Carlo Francesco Maria, pur essendo notaio, si dedicò alla poesie, anche se non con rilevanti risultati. |