I GANDOLFI Pittori |
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GAETANO |
UBALDO 1728 1802 |
MAURO |
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GAETANOAffermatosi col fratello Ubaldo all’Accademia Clementina, costituì con lui il binomio dei pittori più famosi di Bologna dell’epoca. Il suo stile risulta più tenue e lineare di quello di Ubaldo, raggiungendo forse livelli poetici superiori. Anche lui si ispira in molte opere ai Veneti (“Nozze di Cana”, suo capolavoro assoluto) per giungere poi a tendenze barocche pervase da neoclassicismo. Nei ritratti, ai primi piani assoluti, egli preferì spaziare nel contorno, aggiungendo particolari ed oggetti di riferimento al personaggio riprodotto |
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UBALDO
Con il fratello Gaetano, fu il più famoso pittore della Bologna settecentesca Affermatosi all’Accademia Clementina, non c’è è dubbio che in alcune opere il riferimento al Reni e ai Carracci appaia molto evidente, ma la sua vera ispirazione, soprattutto in età più matura, trovava fonte dalla finezza della pittura veneta, con una estrema capacità di sviluppare i colori ed i chiaroscuri. |
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MAURO
Era figlio di Gaetano, anch’esso pittore, ma al contrario del padre, la sua attività si svolse in gran parte all’estero (Belgio, Francia e Inghilterra), giungendo fino negli Stati Uniti. A Parigi incise e riprodusse le maggiori opere del Louvre, procedendo anche a restaurarne molte e, sempre come incisore, a Firenze, realizzò le calcografie degli antichi maestri italiani. Di lui non si hanno molti dipinti: il più importante è certamente la “Scena di Commiato” conservato alla Pinacoteca di Bologna. Sull’arte dell’incisione scrisse anche un trattato che ebbe una certa notorietà fra gli addetti al lavoro. |