I GANDOLFI

Pittori

GAETANO

1734 - 1802

UBALDO

1728 1802

MAURO

1764 - 1834


Le nozze di Cana

GAETANO

Affermatosi col fratello Ubaldo all’Accademia Clementina, costituì con lui il binomio dei pittori più famosi di Bologna dell’epoca.

Il suo stile risulta più tenue e lineare di quello di Ubaldo, raggiungendo forse livelli poetici superiori. Anche lui si ispira in molte opere ai Veneti (“Nozze di Cana”, suo capolavoro assoluto) per giungere poi a tendenze barocche pervase da neoclassicismo.

Nei ritratti, ai primi piani assoluti, egli preferì spaziare nel contorno, aggiungendo particolari ed oggetti di riferimento al personaggio riprodotto

UBALDO

Tre ritratti di fanciulli

Con il fratello Gaetano, fu il più famoso pittore della Bologna settecentesca

Affermatosi all’Accademia Clementina, non c’è è dubbio che in alcune opere il riferimento al Reni e ai Carracci appaia molto evidente, ma la sua vera ispirazione, soprattutto in età più matura, trovava fonte dalla finezza della pittura veneta, con una estrema capacità di sviluppare i colori ed i chiaroscuri.

MAURO


Scena di Commiato

 Era figlio di Gaetano, anch’esso pittore, ma al contrario del padre, la sua attività si svolse in gran parte all’estero (Belgio, Francia e Inghilterra), giungendo fino negli Stati Uniti.

A Parigi incise e riprodusse le maggiori opere del Louvre, procedendo anche a restaurarne molte e, sempre come incisore, a Firenze, realizzò le calcografie degli antichi maestri italiani.

Di lui non si hanno molti dipinti: il più importante è certamente la “Scena di Commiato conservato alla Pinacoteca di Bologna.

Sull’arte dell’incisione scrisse anche un trattato che ebbe una certa notorietà fra gli addetti al lavoro.