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ARISTOTELE FIORAVANTI |
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Architetto / Viaggiatore 1420 ca.- 1486 o ‘87 |
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Se non fosse esistito Leonardo da Vinci, forse il primato della genialità del rinascimento italiano spetterebbe a questo bolognese, che fin da bambino era nel cantiere del padre Bartolomeo ad imparare com’essere ingegnere, meccanico, architetto, fonditore e idraulico Le sue prime affermazioni le ebbe quando riuscì a porre il “campanazzo” (12.000 libbre di bronzo) sulla torre dell’Arengo e quando trasferì la torre della Magione (ora scomparsa), alta 24 metri, spostandola con le sue stessa fondamenta di 13 metri dal posto originario. Raddrizzò poi il campanile di San Biagio di Cento, che aveva uno strapiombo di quasi sei piedi e, per questo fu chiamato a Venezia, affinché provvedesse anche al Campanile di S. Marco. Gli Sforza di Milano gli affidarono il compito di regolare il corso del Ticino e del Canale di Parma e di ripristinare le fortezze difensive del Ducato di Milano a Cremona, Soncino, Mantova e nel Ticinese. A Bologna fece altrettanto con le mura e con il canale del Reno, ma ristrutturò anche palazzo Comunale disegnandone la nuova facciata, progettò il nuovo Palazzo di Giustizia e realizzò Palazzo Spada.
Lavorò anche in Ungheria, alla corte di Mattia Corvino deve costruì due ponti sul Danubio, quindi a Roma (gli venne commissionato lo spostamento, poi non attuato, dell’obelisco in piazza San Pietro) e a Napoli, dove per Re Ferdinando sollevò dal fondo del mare una carcassa di nave affondata. Milano e Venezia furono le città dove si trasferì per proseguire la sua attività (si dice per altro che a Bologna avesse anche battuto moneta falsa), ma la vera destinazione finale del suo lavoro e della sua vita, era ben più lontana. Lo volle infatti alla sua corte lo Zar Ivan III, in una Mosca che raggiunse nel 1474 e che era per lo più ancora costruita in legno.
Il primo incarico fu la ricostruzione della Cattedrale dell’Assunzione che era da poco crollata, e ch’egli realizzò maestosamente dopo pochi anni, e che divenne il “prototipo” a cui tutta l’architettura russa successiva s’ispirò. Fu per altro uno degli artefici ch’ebbero a realizzare il Cremlino. Compì viaggi per lo sterminato Paese, sia per studiarne l’arte e la cultura, sia per missioni diplomatiche. Fu anche in Persia alla corte dello Scià Uzum Hassam. Gli fu anche affidata la compagnia d’artiglieria dell’esercito zarista, ma non perché particolarmente esperto in tecnica e tattica militare, ma perché conoscendo la fusione del bronzo, doveva dotarla delle prime bocche da fuoco mai costruite in Russia. In Russia si era recato col figlio Andrea, si sposò con certa Ginevra e dalla Russia non tornò più. |