GIUSEPPE DOSSETTI

Politico / Ecclesiastico

Genova 1913 – Bologna 1998.

 

Docente universitario, politico attivo, prete eremita, missionario in terra santa, grande vecchio inascoltato, è forse una delle figure della storia moderna italiana, più difficile da interpretare e da descrivere.

Pur essendo stato il più giovane titolare di cattedra che la storia universitaria ricordi (a Modena, in diritto Canonico ad appena 29 anni) , la sua vera attività non fu quasi mai l’insegnamento, ma la politica, nella quale entrò prestissimo, partecipando alla Resistenza, presiedendo il C.L.N. di Reggio Emilia e diventando Deputato alla Costituente.

Cattolica convinto, coprì con Piccioni, De Gasperi e Fanfani ruoli sostanziali all’interno della DC, che abbandonò ufficialmente nel ’51, dimettendosi da Parlamentare e lasciando anche la cattedra universitaria.

Forse deluso dalla politica o forse perchè già avviato al sacerdozio, rimase per cinque anni in pieno anonimato, ritentando una clamorosa scalata nel 1956, quando (sembra spinto dal Cardinale Lercaro) si presentò come candidato a Bologna in opposizione al comunista Dozza. E perse!

Non crediamo se ne sia rammaricato più di tanto, perchè tre anni dopo fu ordinato sacerdote che, forse era la sua vera missione.

Fu attivo nel Concilio Vaticano II (in questo senso la sua “politica” trovò il suo ambito naturale) e divenne Protovicario per la diocesi di Bologna, ma quando Lercaro ne venne allontanato, si ritirò da tutto e da tutti, isolandosi a Monteveglio, un suo piccolo eremo personale, che lasciava soltanto per le proprie missioni in Israele e Giordania.

Solo recentemente ritornò alla ribalta, per un libro dedicato ai martiri di Monte Sole (anch’essi sterminati dalle SS di Reder nel ’44, ma a suo parere dimenticati a favore di quelli di Marzabotto, più vicini – o esaltati - all’ideologia comunista) e quando ha ritirato il “premio Archiginnasio” destinato agli uomini illustri di Bologna.