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GIROLAMO CURTI |
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Pittore 1570 - 1631 |
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Se c’è un’arte (non del tutto minore) in cui i bolognesi furono insuperabili maestri e, come tali, richiesti ovunque in Europa, è la “quadratura”, cioè la pittura murale atta a creare finte aperture su muri, con visioni prospettiche (e virtuali) su giardini, porticati, templi, ed altre strutture architettoniche. Se bolognese era quest’arte, il maestro di essa fu questo pittore il quale, spessissimo, era chiamato a dipingere i fondali dei quadri, su cui altri (per esempio, tanto per citarne uno, il Guercino) ponevano poi le figure. Autodidatta formatosi sui testi di Sebastiano Serlio, decorò con le sue quadratura la Cappella maggiore e quella del Santo in San Domenico, l’Oratorio di San Rocco, villa Paleotti, la libreria di San Martino, una galleria di San Michele in Bosco, un chiostro di Santa Maria dei Servi. Ma fu assunto anche dai Farnesi di Parma e dagli Estensi di Ferrara, lavorà a palazzo Odescalchi a Roma, all’Arcivescovado di Ravenna, al Palazzo Giardino di Parma e al Palazzo Ducale di Modena. |