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GIULIO CESARE CROCE |
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Scrittore / Cantastorie S. Giovanni in Persiceto, 1550 – Bologna 1609 |
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Era figlio di un fabbro ed esercitò nel paese natale tale attività, nella quale, per altro, doveva essere anche bravo, se come tale, venne assunto dalla famiglia Fantuzzi nella loro villa di Medicina. Furono per altro ancora i Fantuzzi a spingerlo allo studio, ma che fu sempre irregolare ed inconcludente. In effetti non poteva essere un letterato nel senso accademico della parola, ma un semplice cantastorie, un girovago che seguiva mercati e fiere per vendere le sue poesie, spesso ironiche e scherzose, e le sue canzoni (che provvedeva a stampare in proprio, così come altre “idee” letterarie). Così raggiunse anche una certa notorietà, tanto da essere chiamato popolarmente il “Della Lira”, in quanto si accompagnava con quello strumento.
Vastissima la sua produzione, per altro riunita i varie raccolte, ed interessante, anche dal punto di vista storico il “Breve compendio de’ casi più notabili nella città di Bologna”. Ma la suo opera massima “Bertoldo e Bertoldino” (che fu poi completata da altri con il “Cacasenno”), resta forse l’unico capolavoro della letteratura italiana di estrazione popolare e come tale è ancora leggibile e piacevolissima |