JACOPO BARTOLOMEO BECCARI

Medico / Erudito

1682 - 1766

Oltre che alle scienze, come era costume del tempo, fu letterato, poeta e filosofo.

Membro dell’accademia degli Inquieti, fu direttore delle ricerche all’Istituto delle scienze, del quale fu anche spesso Presidente.

Come il Malpighi, di cui per altro era discepolo, venne accolto nella Royal Society di Londra, il che per altro gli permise di istituire la prima cattedra italiana di chimica.

Fu sempre medico e come tale esercitò, migliorando le strumentazioni e allargandone la ricerca in vari campi, come la dietetica, la fisiologia, la patologia e la meteorologia, ecc.

Compì importanti scoperte soprattutto nella dietologia come il glutine, la caseina, il fabbisogno di azoto nell’organismo e le analisi chimiche delle acque minerali. Studiò altresì la fluorescenza e l’azione della luce sui colori e l’annerimento del cloruro d’argento (basi fondamentali per la futura arte fotografica).

Rifiutò prestigiosi incarichi ricevuti da Padova e Roma, preferendo rimanere a Bologna, anche quando, cessata l’attività didattica pubblica, si dedicò all’insegnamento privato.

La sua ricca ed invidiata biblioteca fu lasciata all’Istituto delle Scienze.

Numerosissime le pubblicazioni, delle quali vale la pena citare: ”De motu intestino corporum fluidorum”; “De corporum dissoluzione”; “De longa cibi potusque abstinentia”; “De luce dactylorum”; “Lettera intorno la meteora chiamata foco fatuo”; “Su alcune osservazioni barometriche fatte altre in Svezia ed altre a Bologna”; “Sullo sviluppo di epidemie nel bolognese”, ecc.